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domenica 9 gennaio 2011

Ten Years After


Ci siamo incontrati per caso in una Bologna sconosciuta, piena di altra gente, di tanta altra gente, tra nebbia fitta e sole fiacco. È stato uno scontro e una scelta veloce. Non sembrava un colpo di fulmine ne amore a prima vista ma siamo diventati ottimi compagni di viaggio. Un buon compagno di viaggio sa sempre come adattarsi ad ogni situazione e non ti abbandona mai. Abbiamo diviso pioggia, freddo, grosse sudate e lavori duri, giorni di festa e malinconie. Sempre insieme nelle buone serate e nelle situazioni scomode. Un buon compagno di viaggio capisce le tue attese e le tue pause, custodisce i tuoi segreti e protegge le tue idee dall’incomprensione e dal caos anonimo dell’umanità. Non abbiamo dovuto mai giustificarci per lo stupore, non abbiamo mai dovuto preoccuparci dell’effetto e dello stile. 10anni insieme e sono tutti lì. Nessun ricordo sbiadito, nessun rammarico e mai una parola di troppo. Abbiamo sempre diviso quello che il destino ci ha riservato. 10anni e una sola anima. 10 anni senza mai contare il tempo. 10anni dopo siamo ancora qui con lo sguardo che mira lo stesso orizzonte e sa nascondersi bene sotto la stessa visiera rossa.

domenica 12 settembre 2010

About me


Sono meglio di quello che credo e peggio di quello che pensi.

venerdì 13 agosto 2010

Felice di essere mediocre

Io lo so di essere mediocre, ma mi impegno molto per ottenere un risultato che non va oltre la mediocrità e tanto mi basta. Volendo dare una valutazione a quello che faccio non mi darei mai un voto superiore al 6 in una scala dall’1 al 10. La maggior parte delle persone sono mediocri; la differenza tra loro e me, è che loro pensano di non esserlo e guardano i loro risultati come trionfi. Pensano di aver raggiunto un ottimo risultato, qualcosa che rasenta la perfezione. Spesso credono di raggiungere facilmente la perfezione o addirittura di essere perfetti nel loro modo di essere. Ecco, questo li rende molto meno che mediocri. Questo rende le persone pessime. Ecco perché preferisco la mia mediocrità alla perfezione, che tra l’altro non esiste.

giovedì 4 marzo 2010

Distrazioni


Sono nato in un nudo intreccio misto di sangue, lacrime e gioia commossa

Non me ne accorsi

Ho vissuto cercando di assomigliarmi ed essere solo me stesso attraverso gli altri

Non me ne accorsi

Sono morto abbandonandomi all’indefinito

Non me ne accorsi

martedì 6 ottobre 2009

Ode al divano


Tutti dovrebbero avere un tetto, un letto, un buon pasto caldo, e soprattutto un divano. Un divano comodo, che sta lì ad aspettarti, la sera, la notte e a qualsiasi ora. Proprio dietro al portone di casa. Due passi e sei arrivato al divano. Due passi e tutto il resto non conta più ed è lontano e senza peso. Ci sei solo tu e il tuo divano. Tutti dovrebbero avere un divano amico. Che non dice mai di no. Che ti promette sempre quell’ora d’aria, lontano dai carcerieri e dai caporali che il giorno provvede sempre a mandarti.
Lì, sul mio divano, ci sono nascosti i miei sogni disordinati, i miei pensieri cattivi e i miei pensieri buoni. Lì, sul mio divano, ci sono scorte di aria tranquilla e porzioni di vuoto da consumare piano. Un libro interessante, un telecomando senza impegno, qualche vizio, delle briciole di solitudine e una stoffa dorata e avvolgente, mai troppo calda, mai troppo fredda. Lì, sul mio divano, ci sono depositate come in una banca, alcune delle mie ore migliori, al sicuro da malintenzionati e truffatori. Che bussano alla porta per venderti qualcosa. Che bussano il mattino, rompono il giorno e sono sempre di troppo la sera. Qualcuno entra nella tua vita senza bussare e se ne va senza avvertire.
Ma a me cosa importa, adesso che sto sul mio divano…

venerdì 4 settembre 2009

L’alchimista


Vivo in un’armonia di santi e demoni, di zingari fannulloni e mistici inconcludenti. Circondato da candele che si sciolgono su loro stesse, formando caverne ancestrali dove la luce è solo la parte superficiale di un buio abisso inesplorato. La ragione della luce non è molto più potente della ragione dell’oscuro. La magia è un suono inaspettato appena emerso dai rumori del quotidiano male di vivere. L’aria è consumata e il ribollio dei miei esperimenti è una sfida al coraggio e al cristallo. È sicuramente una missione la mia. Ciò che mi salverà sarà un soffio di vento e un silenzio libero. Arrabatto ancora tra i miei arnesi e divento scuro e paranoico. Non trovo pace. Non trovo quello che cerco. La mia pelle porta i segni della fusione e dello scontro con tutti gli elementi. Finalmente ritrovo il mio volto e il mio sguardo e non sembro capace di certe stranezze. Mi piace l’anonimato. Mentre qualcuno cerca di diventare nessuno, molti nessuno sono diventati qualcuno, rimanendo nella sostanza inutili. Forse un giorno abbandonerò tutto questo. Tutta questa cianfrusaglia. Stanco di trasformare il mio mercurio in oro e argento. Un giorno abbandonerò tutto, chissà…
Getterò nella fornace la mia spada con cui ho dipinto i muri di squarci rossi. Forse un giorno abbandonerò tutto e imparerò a nuotare. Diventerò un delfino e nuoterò nelle profondità dei mari e degli oceani, guidato solo dalle nostre onde elettromagnetiche. E il mio saluto sarà un sorriso, e lì, senza forma e senza luce, sorriderò ai miei simili.

domenica 24 maggio 2009

I miei primi 100chili ( Diete e Consumismo Pt1 )

Auguri grassone! Auguri imbecille! E non è per il tuo peso tutta questa attenzione. Non è per la forma. Non è per un numero. Auguri anima grassa. Hai mangiato male. Hai perso il conto ed è stato un bene, anche se adesso il Budda ha il fiato corto, e anche il suo pensiero è affannato e pesante. E questo incenso nauseabondo non si spegne mai, e ti viene da chiedere cosa brucia di più.
Auguri grassone! Auguri imbecille! Contento di esserti accontentato? Contento delle pecore che si sbranano come lupi? Troppo, troppo compiaciuti della comodità. Troppo, troppo pieni di se. E poi li vedi piangere e lamentarsi perchè non riescono più a stare scomodi. Troppo, troppo facile. Talmente facile da stare stretti mentre ci si ammazza per farsi spazio. Budda non sta più in equilibrio ma non riesce a cadere giù. Non ha nemmeno la forza per quello, così chiude gli occhi e resta immobile protetto dalla sua pelle di seta. Anime grasse e stanche. Anche tu. Troppo, troppo sporco di mercurio. Troppo, troppo ripetitivo per farti ascoltare. Un silenzio troppo forte che dice tanto ma che ha bisogno di un interprete. Ma come lo spieghi che le stelle sono troppo poche sotto questi cieli? Come la spieghi questa leggerezza con i tuoi labirinti di parole? Di cosa ti sei nutrito lo sai solo tu, e nessun altro riesce a saziarsi alla tua mensa. Troppa, troppa la meraviglia per non dispiacersi dello spreco. 100chili di dolori strani. 100 chili di pensieri felici. 100chili di preoccupazioni. Troppo, troppo anche per te. 100chili di libertà. 100chili di tentativi. 100chili di arte inutile.
Ti stai avvicinando alla ragione con la follia. E credo che alla fine ce la farai.
Auguri! Imbecille.

mercoledì 7 gennaio 2009

Momentaneamente assente

Ogni momento sembra quello sbagliato, ogni passo un azzardo, ogni acquisto affrettato, ogni scelta la meno intelligente. Il giorno scivola senza clamori. Qualcuno potrebbe cercarmi, ma non sarei di aiuto. Non posso esserlo se non so nemmeno io dove mi trovo adesso. Qualcuno se la prende con me e forse ha ragione. Qualcuno rincara la dose nel colpirmi e forse ha intenzione di risolvere un problema personale cercando in me il colpevole. A questo punto non so cosa dire. Non so che fare. Quindi non faccio proprio nulla. Potrei arrabbiarmi. Potrei risolvere la questione con filosofia. Potrei attaccare o almeno difendermi. Forse sto aspettando, ma nemmeno. Faccio tardi sul mio divano e non mi curo di nulla. Doveva essere un inizio oppure la fine di qualcosa, ma non si direbbe ne l’uno ne l’altra. Dovrei pensare come un protagonista, o forse dovrei semplicemente pensare a qualcosa. Avrei da fare, ma non mi viene in mente proprio un granché. Non avere uno stato d’animo è sempre orrendo, soprattutto quando sai di non averlo e non ti importa comunque. Non sono presentabile. Non sono giustificabile. L’equilibrio è una ragnatela che sfida il vento, le intemperie, gli accidenti e si appoggia sulle opportunità. L’equilibrio è una ragnatela di seta finissima, su cui a volte sei carnefice altre vittima. E la seta è sempre molto dolce e morbida, anche se ti avvolge in un sonno senza risveglio.

lunedì 8 dicembre 2008

Matriosca



Mi sveglio e mi accorgo di vivere in un guscio, un guscio pesante che non so bene se sia una protezione o un confine tra me e il resto delle cose. Mi specchio e il guscio mi nasconde e ride del suo essere goffo. Grottesco, quello che si può vedere. Sotto il guscio sento un altro strato di me che vive e non si fa vedere ne sentire. Passare per un idiota è sempre facile. Passare inosservati è una pratica quasi masochista. Mi sveglio. Non passo nemmeno davanti allo specchio. Mi sento un peso addosso e non sono i miei chili. Decido di spogliarmi, e non penso certo ai vestiti. A ogni capogiro tolgo una maschera. Ad ogni capogiro mi sento più leggero e più fragile. Rischio moltissimo. Rischio talmente che posso morire senza poter essere salvato dal giudizio terreno. Rischio talmente da presentarmi con la mente nuda che potrete mangiare con un cucchiaio. La mia mente nuda attende gli avvenimenti e vive senza memoria.
Un altro capogiro e divento sempre più incomprensibile.
Un altro capogiro e divento sempre più piccolo.
Un altro capogiro e non mi rimane che il silenzio.
Panico!
Non posso usare il mio pc…
Panico!
Non posso leggere i salmi di Dio Internet…
Panico!
Tutte le stazioni radio passano il medesimo pezzo…
Panico!
La TV trasmette una realtà scritta a tavolino…
Panico!
La mia macchina è guasta e non posso andare da nessuna parte che non sia un temporale…
Panico!
Mi sono accorto di aver detto la verità qualche volta di troppo, e ora non posso permettermi il lusso di dire ciò che penso…
Panico!
Ognuno è pronto a biasimarmi e mi accorgo che non me ne frega nulla…
Panico!
Non sento più panico…
La mia mente nuda non parla quasi mai. Sta lì. Vive e osserva in una perenne deriva verso quello che dovrebbe chiamarsi equilibrio e intanto consuma i vostri ritmi asimmetrici.
Panico!
Un altro capogiro e mi accorgo che ho troppi gusci al posto mio e ognuno di questi esiste in funzione degli altri…
Cosa ci fa la mia vita nella vostra?
Una domanda che non voglio più fare…
Aldilà di queste maschere sto bene, anche se cambio spesso colore, anche se mi invento nuove espressioni, anche se la parte è sempre un’improvvisazione, anche se i miei personaggi non cercano mai un autore, anche se sto soffrendo per lo meno non si vede perché bisogna aprire un po’ di gusci…
Cosa ci fa la mia vita nella vostra?
Proprio non lo so, ma credo sia un bene, perché nascere e morire non è mai per nostra volontà.
Sul divenire si può fare qualcosa
No panic
Non sento più panico

mercoledì 8 ottobre 2008

Fusion


In questo andirivieni non c’è molto da argomentare. Le cose più belle e quelle più cattive non hanno bisogno di parole, anche perché non si trovano quasi mai quelle giuste. E usare parole vuote…a cosa serve….
Bisogna aspettare il silenzio.
Bisogna aspettare il silenzio, non di certo facendo silenzio o solo abbassando lo sguardo.
Troppo vuoto.
Troppo pieno.
Eccoci al centro del mondo.
Eccoci al centro del mondo, proprio qui, dietro l’angolo. Dietro un qualsiasi angolo, aspettando di trovare un buon Caffè, oppure una strada illuminata, oppure qualcuno appena tornato dal deserto.
Eccoci al centro del mondo, ad un metro dalle nostre aspettative, ad un metro da noi stessi, ad un metro dall’ispirazione.
Eccoci al centro del mondo, dove possiamo incontrare guerrieri superstiti dalle loro battaglie senza reporter, dove l’aria è colma di delusioni senza foto e di gioie senza peso.
Eccoci al centro del mondo, dove un santo si confonde nel peccato, e dove tutti ce l’hanno con tutti e il meglio che riescono a fare è prendersela con i mulini a vento.
Allora non c’è nessun nemico oltre il nostro orgoglio stupido.
Eccoci al centro del mondo, ma non ce lo diciamo. Siamo proprio nel punto esatto. E ogni punto è quello esatto. Basta sentire la fusione. L’equilibrio delle forze libere.
Siamo in fusione.
Ma mi raccomando al silenzio.
Più che parlare e descrivere penso ci convenga ascoltare.
Troppo vuoto.
Troppo pieno.
E ogni volta c’è qualcosa di nuovo
Ogni volta ci credo
Ogni volta cado
Ogni volta è l’ultima
Ogni volta non mi rimane che aspettare il silenzio e sentire la fusione.

domenica 28 settembre 2008

Aggirate resistenze



Prima di dire io sono, prima di dire io sono qui, sono arrivato qui, dovremo sentire uno spostamento, un flusso di noi stessi, della nostra psiche oltre la memoria di un corpo che diciamo nostro . Prima di dire “ io sono ”, pensiamoci bene. Si può essere sicuri dell’essere?
Oggi più che mai credo di non poter affermare ciò.
Oggi più che mai non dico io sono. Mi dico “ io divengo ”.
Allora posso dire di essere venuto qui, ma io non sono qui. Io non sono qui. Io percorro qui. Se dicessi sono qui potrei dirmi morto. Io percorro qui in quanto il mio essere è divenire, e il suo divenire passa in questo luogo. Tutto è in evoluzione. Un turbinio di energia che non si ferma mai, e l’occhio nudo tradisce la sua natura. Non vede le aggirate resistenze. Vede solo un blocco materico e afferma di potermi fissare. Ma si ha solo l’illusione di poter fissare qualcuno o qualcosa. Una macchina fotografica può cogliere le sbavature del corpo in un attimo più o meno preciso. La macchina può, ma non di certo il fotografo che sta scattando la foto o uno qualunque di noi può avere la pretesa di fissare qualcosa. Io guardo, osservo ma non fisso, cerco solo di prolungare lo sguardo. Cerco solo di aggirare le resistenze che formano la materia, l’energia invisibile che modella la vita.

Grazie Carlo

mercoledì 11 giugno 2008

Ho paura di me stesso


Perché ho bisogno di sensazioni forti.
Perché mi sento o troppo allegro o troppo triste. Perché voglio tutti i colori e poi, alla fine, scelgo sempre un bianco e nero che ha stile. Uno schizzo bizzarro. Qualcosa che squarcia il mondo senza dettami.
Geometricamente indipendente.
Perché sono esagerato a modo mio. Dall’altra parte cerco la semplicità, e nella semplicità il modo migliore per vivere e per contraddirmi. Perché mi ci vuole un parametro che possa amare e odiare allo stesso tempo. Ho bisogno di piccole rivoluzioni. Di sfidarmi senza mostrare agonismo. Di essere il primo e sentirmi come l’ultimo.
Devo cambiare sempre e ogni volta vacilla una paura che devo superare. Supererò anche questa prima della prossima rivoluzione. Posso spiegarti la mia vita, ma sarebbe inutile. Preferisco parlare di me come di qualcun altro. Preferirei non parlarne. Preferisco uno scontro romantico con la vita. Supererò pure questo prima della prossima rivoluzione. E questo taglio rosso e caldo implica solo un silenzio.

sabato 24 maggio 2008

Vs

Ah! Beh…si…
Mi piacerebbe proprio vedere che faccia farai adesso!
Mi piacerebbe proprio vedere che smorfia t’inventi, con quale mossa sorprenderai tutti, all’improvviso. Così…senza avere un motivo apparente, senza una logica, tranne la tua, che in fondo cerca di auto decifrarsi, e poi gioca a nascondersi.
Mi piacerebbe sapere che voce romperà il silenzio sul tuo palcoscenico, che maschera indosserai questa volta, quale ruolo hai scelto per il nuovo atto.
Eh si…vorrei precederti! Questo è il mio desiderio. Anticiparti. Batterti sul tempo, ma non ci riesco mai. Non sei poi così furbo o astuto. Ma anche l’errore che ti può condannare non ti sfianca come dovrebbe. Forse la tua è solo fortuna. Oppure le tue sfortune non sono così grandi come dici..
Eh si…vorrei precederti! Anticiparti!
Mi piacerebbe sapere che fine fai quando scompari, dove vai a nasconderti quando chiudi la bocca. O forse è lì che ti riveli, lasciando lo spazio agli altri…eh già! Chissà che trucchi t’inventi e quali poi non usi, perché questo ti fa sentire più buono.
Mi piacerebbe pure parlare un po’ con te, ma non ce lo possiamo permettere spesso, e a volte è un bene.
Eh si! È inutile che fai finta di niente. Parlo con te. Proprio con te che stai davanti al tuo fottutissimo schermo e non dici una parola una, nulla! Che leggi e rileggi ancora. Che indugi sulla tastiera e poi scarichi una raffica di lettere.
Bene. Ci sei. Adesso qualcuno ha pure l’impressione di ascoltarti, ma in realtà io non ti ho visto, e tu non hai mai parlato. La cosa finisce qui, con la fine della frase che non sa come chiudere un discorso che non si è mai fatto.

martedì 12 febbraio 2008

Al mondo















Per caso, solo per una casualità, per una combinazione.
Boom!
Vuoi aprire il cielo e afferrare un dio o una stella.
Boom!
Ti puoi perdere in una tonalità di blu senza trovare nulla.
Boom!
Quasi per caso capisci che qualcosa ti trasporta, comunque.
E allora ti consumi le gambe e i piedi, le mani e i pensieri.
Quello che trovi ha un’anima, e se togli l’anima non rimane nulla, proprio nulla.
È solo un caso
È solo caos
E l’armonia dura poco e bisogna tenersela stretta
Caos
E si perdono le strade, le parole dette per davvero sono restituite male, e cosa puoi chiedere?
Niente! Aspetti un’intuizione…oltre la noia.
Parole in disuso per cose che stanno bene scritte sui vocabolari.
Meritocrazia, giustizia, amore, legalità, sincerità, onestà, coerenza, fede, purezza…fanno imbarazzo solo a leggerle, figurarsi dirle o solo pensarle. Roba da stupidi!
Cosa si può chiedere?
Forse solo essere più furbi…

Io non chiedo proprio niente.
E se ho chiesto ho chiesto male, o non era il momento…

Al mondo
Demagogicamente tuo
Uno che non si illude e non si arrende

sabato 22 dicembre 2007

1














Lucio Fontana



1uno
Difficile da mantenere
Difficile da inseguire
Difficile da conquistare
Per me è difficile essere uno
1uno è la linea
La mia linea
La mia identità
Sopra ogni cosa
Attraverso ogni cosa
Al di là di tutto
Superando tutto
Il bene e il male
Tra oro argento e mercurio
Assorbire l’umanità in tutte le sue forme e sfumature
In tutta la sua bellezza e le sue brutture
Nella sua ricchezza che è un passaggio irripetibile
In tutta la sua miseria che è un travaglio senza tempo
1uno
Tutto in 1uno
Imparare a fare le sottrazioni
Arrivare a 1uno
Essere semplici
Essere se stessi
Nonostante le maschere
Le false necessità
La corruzione
1uno
Niente da perdonare
Niente da giudicare
Niente da farsi perdonare
1uno
Puro
Unico
Semplice
Complesso da spiegare
Impossibile da dividere
Troppo facile da moltiplicare e da confondere
1uno
Puro
Unico
Io
Tu
Il mondo
Il niente
1uno
Qualsiasi cosa ti possa capitare
È solo un calcolo, un gioco di numeri, un multiplo superfluo di 1uno
1uno e tu lo sai
1uno
Il nucleo
L’essenza
La linea guida
Il taglio che attraversa la vita
Il taglio che è il senso di tutto
1uno
Al di là di tutto
Nessuna giustifica
Ogni complicazione può solo far male
Come sporcare la purezza
Nessuna scusa
Anche se non ho capito bene
Se è poco chiaro
1uno
È
1uno
Lo sa
Lo sa anche per me
Anche se non lo vedo
1uno anche dopo di me
Sicuramente anche prima di noi
1uno
Mentre si gioca con i multipli, con i limiti della vita, con gli eccessi, gli abusi, le decorazioni, le parole, la confusione, le manifestazioni, le ingiustizie, la carità, il nuovo che avanza, la storia che ritorna romantica, il futuro sempre più incerto
1uno
L’unico
Senso
Intrinseco
Innominabile
Intangibile
Dentro tutto
Motore delle cose
1uno
Instancabile
Perpetuo
Sempre con me
Come un’idea senza parole
Come una spinta senza direzione
1uno
Puro
Unico
Invisibile
Più vero del vero
Più fine dell’aria
Come un taglio nel vuoto
1uno

lunedì 15 ottobre 2007

8 6 5

“ L’8 iniziale indica l’equilibrio, una persona equilibrata, ma con grandissimi conflitti interni che vive quotidianamente. Il 6 è il numero della massima negatività. Il male vero. Il 5 è il suo opposto. La positività, il bene che contrasta il male.
Questa persona vive tra il bene e il male come nessun altra persona, è sempre sul filo, tra il bianco e il nero, tra la luce e le tenebre. Fortunatamente la sua ricerca d’equilibrio gli fa scegliere sempre il bene, ma se la sua scelta ricadesse sul male, sarebbe una catastrofe. Il male potenziale che c’è in questa persona è grande e indicibile. Fortunatamente per noi, non sta vincendo il male in lui, ma la sua è una lotta continua e dura. ”

domenica 30 settembre 2007

Il vuoto

Non so da che parte cominciare
ENIF al ivort is ertap ehc ad os noNon so da che parte si trovi la FINE
E manco m’importa!
TUTTO diventa pesante, NIENTE invece conquista importanza, CREDITO, nulla è più affascinante.
Madame Routine mi guarda dall’alto della sua spavalda sicurezza, fumando una sigaretta e tirando d’un fiato tumbler di whisky senza ghiaccio, senza soffrire il bruciore dell’alcol, senza sudare emozioni, mi guarda, mi scruta. Poi fa un cenno al croupier senza un occhio e riempie l’aria di grigio-blu e monossido di carbonio. Fa una smorfia di sdegno, chiede altro whisky e scompare in una porta di perline rosse e bianche, vecchie di almeno 50anni ma che per lei possono durare ancora una stagione.
Un’altra stagione se ne va, un’altra viene e speriamo bene.
PUNTUALMENTE ho sbagliato previsioni, molte cose sono successe, molte no, molte sono arrivate tardi o hanno sbagliato indirizzo e il mio è sempre quello da troppo tempo.
Ho sbagliato previsioni e si affaccia l’autunno, un temporale sorprende la mia t-shirt e mentre tutti SCAPPANO sorrido e mi bagno.
Tra la folla vedo il Professor Rammarico, fallito di professione e menagramo per indole, con cui ho litigato a morte perché ho la faccia con troppi sorrisi, tendente al poco serio e al frivolo, col mio pensiero più bello altrove e la felicità nel terzo occhio.
La strada si svuota
La folla aspetta lo stress di domani
L’aria si fa buia
Il cielo scompare nel viola
Lo spazio si fa comodo e solitario
Assorbo invasioni barbariche senza filtro fino all’orlo, poi non ce la faccio più.
Devo svuotarmi
La città, i palazzi, gli occhi, le prospettive di piani regolatori sballati, vite quotidiane confuse convinte di aver vinto sulla loro storia, giochi di società incompleti, Monopoli con IMPREVISTI e PROBABILITA’ uguali identiche , Risiko con troppi carri armati, Nazioni illegali e Democrazie fantasma.
La loro saggezza arresa e il mio sogno di vita natural durante morente e fiero.
Ciclicamente, ma con distanze irregolari, arriva il momento di trovare il vuoto.
Il vuoto di un giorno senza ispirazioni.
Il vuoto di un blog che per ora sembra l’unica forma di scrittura che riesco a tirar fuori da me.
Il vuoto di una notte insonne, con l’anima che si strazia in silenzio, si fa a pezzi, si strappa gli occhi e la pelle e poi magicamente si da forza e coraggio.
Il vuoto di un cuore intossicato da una vita malsana, che cede spazio alla pietra.
Il vuoto dei polmoni che tirano e sbuffano cenere.
Il vuoto dell’insoddisfazione che mi spinge a trovare la perfezione e la bellezza intrinseche delle cose.
Il vuoto positivo.
Il vuoto sinonimo di leggero, puro e intoccabile.
La potenza della non materia.
Ho bisogno di svuotarmi e di svuotare le cose. Levare il grosso inutile per capire ciò che appartiene alla mia realtà.
Riparto sempre da zero. E meno cose ti porti addosso meglio è.
I viaggi vanno affrontati con bagagli minimi e il cervello libero.
Allora s-vuoto
S-vuoto i volti delle persone, li privo della loro storia e li affronto nella pura quotidianità.
S-vuoto gli sguardi, per primo il mio, per vedere dietro gli specchi.
S-vuoto le domande che sono come matrioska , piene di pensieri e doppi sensi, più piccola è la bambola più cattiva è la domanda.
S-vuoto le risposte che devo dare e che mi danno.
S-vuoto l’ordine costituito delle vostre istituzioni che chiamate personalità, personaggi, persone, e affanculo piano piano, uno alla volta, non spingete, senza affanno, ci siete tutti.
S-vuoto il paesaggio, correndo il più possibile, cercando l’orizzonte opposto.
S-vuoto il crimine della vostra saccenteria con la mia beata ignoranza.
S-vuoto il lavoro del suo peso sconfitto con brillante dinamismo.
S-vuoto le tasche e non ci trovo molto.
S-vuoto le mani, batto via la polvere, levigo le linee e le rughe, e le rimetto in tasca perché non ho nessuno da accarezzare.
S-vuoto il cuore con un crampo e un respiro affannato.
S-vuoto la mente da tutte le patologie, da tutte le incomprensioni, e diventa una camera oscura.
Sviluppo una foto di quello che non vedi, fatta di bianco lucido senza figure o linee.
E non te la mostrerò mai, perché lo so che non ci credi e poi mi dici che non c’è nulla da vedere.
Quello è il vuoto.

martedì 7 agosto 2007

Invisibile

Vado in un bellissimo posto che è solo mio
Vado in un bellissimo posto dove nessuno mi vede
Dove nessuno mi può trovare
Dove nessuno sa cosa si dice
Dove le parole sono come il silenzio
E il silenzio dice tutto
Vado in un bellissimo posto
Che è come un inferno
Dove posso bruciare in pace e sentirmi in paradiso
Ed è strettissimo
Giusto lo spazio di una posizione fetale
Dove tutto ricomincia e finisce
Vado e il mio sorriso è altrove
Con gli occhi chiusi vedo tutto e sono ormai invisibile
Vado dove non posso raccontare di essere stato
Dove non posso chiamare nessuno perché nessuno mi sente
Vado in un bellissimo posto fatto di nulla, dove c’è tutto quello che ho bisogno
Vado in un bellissimo dove
Senza un perché
Senza un quando
Senza un chi o un cosa
Senza domande
Senza spiegazioni
Senza parole
Vado in un bellissimo posto ed è solo mio
È solo mio

lunedì 4 giugno 2007

Piccolo piacere segreto

Uno dei miei film preferiti è “ Il favoloso mondo di Amelie ”.
Ricordo soprattutto le scene dove lei guarda, accarezza, tocca, sente le cose, oggetti o situazioni…ecco, il mio mondo è anche un po’ così; fatto di particolari nascosti, piccoli piaceri e piccoli dolori che non si possono spiegare.
Uno incredibilmente stupido e normale ma che per me assume valore differente è il momento in cui qualcuno scrive qualcosa.
Un gesto che si ripete chissà quante volte nel quotidiano, che vedo fare ma che ogni volta mi fa sentire piacevolmente in attesa di qualcosa, che non so cos’è e che spesso non vale più dell’attesa.
È quasi da psico-analisi, e qualcuno me lo sa pure spiegare forse, ma tanto non cambia molto.Resto lì a guardare, attento, sospeso, aspetto…seguo con lo sguardo e penso altrove..
Forse non importa tanto cosa viene scritto ma come; cioè all’inizio mi attira il motivo, lo scopo, il tema e sono curioso di sapere, poi diviene secondario…capisco che in quel momento qualcosa viene fissato su un foglio, un registro, un modulo e muoio dalla voglia di vedere cosa c’è scritto e con quale scrittura…
Le ricette dei medici, i documenti da firmare, i moduli, le ricevute di ritorno delle lettere…
Che a volte tornano e sono quasi mute, altre non tornano più e cerchi qualcosa da leggere che ti dia una certificazione di cose reali che sembrano non volere entrare in testa.
I romanzi sono tutti stampati e sono chiusi in contenitori freddi.
Le calligrafie, le sbavature, la ruggine delle spille, schizzi appena abbozzati, macchie d’acqua su inchiostri malinconici che sembrano foto di lacrime senza occhi, carte ingiallite con dignità, cose che credevi perse sono ancora lì, nascoste, ma sono ancora vive.
E io lungo un brivido di piacere cerco e non so cosa cercare, osservo ma vedo altro, vado e forse non mi muovo affatto.

domenica 27 maggio 2007

Faccia da diavolo


Ancora oggi il controllo è lontano
Il mio controllo
Penso ai giorni in cui l’istinto era una dominante
E le mia follia era più libera e mi faceva ridere
Ancora faccio ridere e forse più di prima
Ancora oggi il sorriso si trasforma all’improvviso in uno sguardo nel vuoto
In una macchina fotografica
In due gocce di cristallo
Penso che ci sia più staticità
Penso ad una cosa che scrissi a Firenze

“ Stamattina ho faccia da diavolo ma non voglio ammazzare nessuno
Mi trovi con lo sguardo perso ma non mi sento dannato in questo tempo-momento
Mi ritrovo a sorridere
E spesso ridi se ti so solleticare l’animo
Questa dipendenza tra le cose
Buone così al naturale
Ma l’espressione a volte schizza via da sola e non c’è relazione col reale
Non è il mio sentire
È solo la maschera dell’impressione ”

Ipotesi

Penso di andare via da qui, senza fuggire ne da me ne da nulla, ma solo per trovare qualcos’altro

Svolgimento

Lo dico e me lo ripeto
Mi ripeto un sacco di cose
Ci credo
Non m’illudo

Tesi

Per quanto le strade intraprese siano differenti arriviamo nello stesso punto
Ci incontreremo, con sorpresa, contemporaneamente
Faccia a faccia
Angeli e diavoli

Rispondere alla tesi

…prendendo la strada con coraggio, incoscienza, e non fermarsi
Prendendo la strada per quello che è
Prendendo qualsiasi sentiero ci ispiri


Angelo...diavolo…non so
Vorrei me lo dicessero
Dimmi
Dimmi che forma ha la mia anima
In quale volto posso specchiarmi senza paure
Dimmelo ...che ne so...
Con un bacio