domenica 30 settembre 2007

Il vuoto

Non so da che parte cominciare
ENIF al ivort is ertap ehc ad os noNon so da che parte si trovi la FINE
E manco m’importa!
TUTTO diventa pesante, NIENTE invece conquista importanza, CREDITO, nulla è più affascinante.
Madame Routine mi guarda dall’alto della sua spavalda sicurezza, fumando una sigaretta e tirando d’un fiato tumbler di whisky senza ghiaccio, senza soffrire il bruciore dell’alcol, senza sudare emozioni, mi guarda, mi scruta. Poi fa un cenno al croupier senza un occhio e riempie l’aria di grigio-blu e monossido di carbonio. Fa una smorfia di sdegno, chiede altro whisky e scompare in una porta di perline rosse e bianche, vecchie di almeno 50anni ma che per lei possono durare ancora una stagione.
Un’altra stagione se ne va, un’altra viene e speriamo bene.
PUNTUALMENTE ho sbagliato previsioni, molte cose sono successe, molte no, molte sono arrivate tardi o hanno sbagliato indirizzo e il mio è sempre quello da troppo tempo.
Ho sbagliato previsioni e si affaccia l’autunno, un temporale sorprende la mia t-shirt e mentre tutti SCAPPANO sorrido e mi bagno.
Tra la folla vedo il Professor Rammarico, fallito di professione e menagramo per indole, con cui ho litigato a morte perché ho la faccia con troppi sorrisi, tendente al poco serio e al frivolo, col mio pensiero più bello altrove e la felicità nel terzo occhio.
La strada si svuota
La folla aspetta lo stress di domani
L’aria si fa buia
Il cielo scompare nel viola
Lo spazio si fa comodo e solitario
Assorbo invasioni barbariche senza filtro fino all’orlo, poi non ce la faccio più.
Devo svuotarmi
La città, i palazzi, gli occhi, le prospettive di piani regolatori sballati, vite quotidiane confuse convinte di aver vinto sulla loro storia, giochi di società incompleti, Monopoli con IMPREVISTI e PROBABILITA’ uguali identiche , Risiko con troppi carri armati, Nazioni illegali e Democrazie fantasma.
La loro saggezza arresa e il mio sogno di vita natural durante morente e fiero.
Ciclicamente, ma con distanze irregolari, arriva il momento di trovare il vuoto.
Il vuoto di un giorno senza ispirazioni.
Il vuoto di un blog che per ora sembra l’unica forma di scrittura che riesco a tirar fuori da me.
Il vuoto di una notte insonne, con l’anima che si strazia in silenzio, si fa a pezzi, si strappa gli occhi e la pelle e poi magicamente si da forza e coraggio.
Il vuoto di un cuore intossicato da una vita malsana, che cede spazio alla pietra.
Il vuoto dei polmoni che tirano e sbuffano cenere.
Il vuoto dell’insoddisfazione che mi spinge a trovare la perfezione e la bellezza intrinseche delle cose.
Il vuoto positivo.
Il vuoto sinonimo di leggero, puro e intoccabile.
La potenza della non materia.
Ho bisogno di svuotarmi e di svuotare le cose. Levare il grosso inutile per capire ciò che appartiene alla mia realtà.
Riparto sempre da zero. E meno cose ti porti addosso meglio è.
I viaggi vanno affrontati con bagagli minimi e il cervello libero.
Allora s-vuoto
S-vuoto i volti delle persone, li privo della loro storia e li affronto nella pura quotidianità.
S-vuoto gli sguardi, per primo il mio, per vedere dietro gli specchi.
S-vuoto le domande che sono come matrioska , piene di pensieri e doppi sensi, più piccola è la bambola più cattiva è la domanda.
S-vuoto le risposte che devo dare e che mi danno.
S-vuoto l’ordine costituito delle vostre istituzioni che chiamate personalità, personaggi, persone, e affanculo piano piano, uno alla volta, non spingete, senza affanno, ci siete tutti.
S-vuoto il paesaggio, correndo il più possibile, cercando l’orizzonte opposto.
S-vuoto il crimine della vostra saccenteria con la mia beata ignoranza.
S-vuoto il lavoro del suo peso sconfitto con brillante dinamismo.
S-vuoto le tasche e non ci trovo molto.
S-vuoto le mani, batto via la polvere, levigo le linee e le rughe, e le rimetto in tasca perché non ho nessuno da accarezzare.
S-vuoto il cuore con un crampo e un respiro affannato.
S-vuoto la mente da tutte le patologie, da tutte le incomprensioni, e diventa una camera oscura.
Sviluppo una foto di quello che non vedi, fatta di bianco lucido senza figure o linee.
E non te la mostrerò mai, perché lo so che non ci credi e poi mi dici che non c’è nulla da vedere.
Quello è il vuoto.