sabato 22 dicembre 2007

1














Lucio Fontana



1uno
Difficile da mantenere
Difficile da inseguire
Difficile da conquistare
Per me è difficile essere uno
1uno è la linea
La mia linea
La mia identità
Sopra ogni cosa
Attraverso ogni cosa
Al di là di tutto
Superando tutto
Il bene e il male
Tra oro argento e mercurio
Assorbire l’umanità in tutte le sue forme e sfumature
In tutta la sua bellezza e le sue brutture
Nella sua ricchezza che è un passaggio irripetibile
In tutta la sua miseria che è un travaglio senza tempo
1uno
Tutto in 1uno
Imparare a fare le sottrazioni
Arrivare a 1uno
Essere semplici
Essere se stessi
Nonostante le maschere
Le false necessità
La corruzione
1uno
Niente da perdonare
Niente da giudicare
Niente da farsi perdonare
1uno
Puro
Unico
Semplice
Complesso da spiegare
Impossibile da dividere
Troppo facile da moltiplicare e da confondere
1uno
Puro
Unico
Io
Tu
Il mondo
Il niente
1uno
Qualsiasi cosa ti possa capitare
È solo un calcolo, un gioco di numeri, un multiplo superfluo di 1uno
1uno e tu lo sai
1uno
Il nucleo
L’essenza
La linea guida
Il taglio che attraversa la vita
Il taglio che è il senso di tutto
1uno
Al di là di tutto
Nessuna giustifica
Ogni complicazione può solo far male
Come sporcare la purezza
Nessuna scusa
Anche se non ho capito bene
Se è poco chiaro
1uno
È
1uno
Lo sa
Lo sa anche per me
Anche se non lo vedo
1uno anche dopo di me
Sicuramente anche prima di noi
1uno
Mentre si gioca con i multipli, con i limiti della vita, con gli eccessi, gli abusi, le decorazioni, le parole, la confusione, le manifestazioni, le ingiustizie, la carità, il nuovo che avanza, la storia che ritorna romantica, il futuro sempre più incerto
1uno
L’unico
Senso
Intrinseco
Innominabile
Intangibile
Dentro tutto
Motore delle cose
1uno
Instancabile
Perpetuo
Sempre con me
Come un’idea senza parole
Come una spinta senza direzione
1uno
Puro
Unico
Invisibile
Più vero del vero
Più fine dell’aria
Come un taglio nel vuoto
1uno

venerdì 21 dicembre 2007

Tina Modotti


martedì 18 dicembre 2007

Il suonatore Jones




In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.

Sentivo la mia terra
vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.

Libertà l'ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.

Libertà l'ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.

E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.

Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.

( Fadrizio De Andrè / Non al denaro, non all’amore ne al cielo 1971 )


Mi bruciano gli occhi perché non ti vedo
E ora rimane solo terra arsa e pietre e polvere
E più mi allontano e meno sento di aver capito qualcosa
E più mi allontano più nel petto si confondono i miei dolori
Non toglietemi mai quella voce roca
Quel ridere rauco
Quello sguardo deciso
Non toglietemi nulla di tutto ciò
E poi mi fu tolto

Fa male chiamare le cose ricordi
Fa male non avere rimpianti
Fa male suonare senza avere nessuno che bada alle tue povere note
Fa male cercare di spiegare le tue povere note
Fa male e ci si abitua
Fa male abituarsi al dolore
Tanto che non te ne accorgi nemmeno
Tanto che non senti più niente
Solo le tue quattro inutili note

lunedì 17 dicembre 2007

Il suonatore d’ossi



Il suonatore d’ossi se ne sta fermo sul bordo del mondo, a contare i centesimi, ad aspettare la luna, cercando di non sentire il freddo, cercando di non fare sentire il suo silenzio…così ricomincia a suonare.
Batte colpi su strumenti improbabili, soffia il suo respiro in flauti bianco sporco, alza cenere da sotto i piedi e brilla gli occhi attraverso una nuvola grigia che sa appena di morte…e suona, suona per coprire il silenzio, per alleggerire le parole seminate a vanvera nel vento.
E il vento soffia forte e porta con se il mendicante sul suo nuovo carro d’argento, accompagnato dalle bambine cattive, svezzate subito, piene di voglie e sazie di niente.
Ancheggiano eleganti, lui con gli stracci messi a nuovo, quelle altre con gli occhi carichi di orgoglio.
Le caramelle si pagano
Ogni gioco nuovo ha le sue regole
Costa caro rinunciare
La felicità ha sempre un prezzo
La dignità muore sotto un sorriso
Come animali alla moda si ubriacano di colori che non hanno avuto mai
E vanno avanti e indietro, con gli occhi lucidi e nelle tasche teste di galline appena sgozzate.
Poi svaniscono con le loro idee malate, sempre convinti di stare in testa al mondo
Suonano ancora gli ossi
E il suonatore gli dà giù più forte
Suona gli ossi, i ricordi, quello che la materia porta con se, che lui sa trovare e dare voce…anzi suono
Suona per restituire qualcosa al mondo
Come fosse la sua offerta sacrificale
L’ultimo sforzo per cui la sua vita abbia senso
Poi trova un buco sulla tempia
Si gratta un pensiero e con l’unghia ad uncino rotola nel cranio…
Il vento gli soffia dentro e il suonatore scompare per sempre
Non rimane altro che un cumulo d’ossa suonanti cadute male in un vello scuro
Un suono e niente più
Un suono che riecheggia ogni volta che c’è vento

Il re dell’ovvio ( pensierini )





Il sole è luminoso
Il prato è fiorito
L’albero è alto
La neve è fredda
La casa è grande
La mamma è bella
Il babbo è forte
La maestra è brava
Il cane è fedele
La playstation è nuova

Forever young
























May God bless and keep you always,
May your wishes all come true,
May you always do for others
And let others do for you.
May you build a ladder to the stars
And climb on every rung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.

May you grow up to be righteous,
May you grow up to be true,
May you always know the truth
And see the lights surrounding you.
May you always be courageous,
Stand upright and be strong,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.

May your hands always be busy,
May your feet always be swift,
May you have a strong foundation
When the winds of changes shift.
May your heart always be joyful,
May your song always be sung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.


( Bob Dylan / Planet waves 1974 )


Non avremo mai voluto smettere di credere di avere 20anni
E fare i conti alla rovescia
Guardare le scadenze, tirare somme su somme, e guardare annoiati i sorrisi della gente
Non avremo mai immaginato che certe cose diventassero perdita di tempo
Non avremo mai voluto essere schiavi proprio del tempo
Non avremo mai voluto contarci gli anni
E finire ad amare le storie altrui, i figli del vicino, il sabato in TV, la domenica sul divano.
E viziare animali maliziosamente fedeli, ammazzare hobby per poi buttarli in garage seppelliti in scatoloni anonimi, buoni solo a prendere polvere.
Non avremo mai voluto guardarci allo specchio e vedere la nostra faccia gonfiarsi, la pelle cambiare aspetto, vederla incavarsi o pendere senza controllo, e i nostri occhi perdere luce e voglia.
Pensare casomai ad un ritocco, una cura, un amante più giovane o un viaggio al merito.
Questo è quello che non dite
Che non vi sentite di dire
Quello che è troppo difficile da ammettere
Troppo difficile quando non ci si fa più domande per darsi delle risposte, ma si salta direttamente alle conclusioni, banali e di convenienza, vestite di coraggio e praticità.
Questo è quello che non vi dite e che non vi vorreste mai sentire dire
Spero sempre…
Per non guardare le battaglie ragionando sulle vittorie e sulle sconfitte
Aspettando che ne venga un’altra

May you stay forever young

sabato 8 dicembre 2007

On / Off


Una pillola per andare oltre, una per un passo indietro, una pillola per me e una contro me stesso…
Ingoiare una pillola e sentirsi un nodo alla gola e un esplosivo pesante nello stomaco, che prima o poi arriva. E poi andare troppo veloce per capire il momento e pensare sempre ai 10 secondi appena passati, con quelli successivi che si accavallano e poi il panico e poi ridere a non finire e tornare seri quando il mondo è una visione bizzarra e grottesca. Avere le dita di burro e la forza di un comatoso, poi lo scatto lucido per prendere qualcos’altro, con il volto deciso e un ghigno famelico.
Pillole color pastello, dall’aspetto farmaceutico e innocuo. Amici fantasmi che passeggiano come corvi vestiti chic, e domande lette sopra i labiali sempre meno comprensibili.

On Off > Acceso
On Off < Spento

On Off On Off On Off On Off

Una pillola per soffrire diversamente, per prendere in giro il suicidio con il sonno, per non spiegare niente a nessuno, perché non c’è più niente da spiegare, ne da raccontare.

On Off

venerdì 7 dicembre 2007

Jaco Pastorius

No icon





No icons
No idols
No religions
No heroes
True love
Wasted love

Torre medievale



Sulla torre medievale c’è una luce accesa, una mansarda con un salotto, una vetrata che si affaccia nella sera con un giro di 360 gradi, che guarda i vicoli autunnali sapidi di umidità e foglie colorate, con mura antiche e cipressi alti e sicuri.
C’è una figura che si muove fluida come in un pezzo jazz, che ora prende un buon bicchiere di vino e si siede sotto il mobile di una libreria. Trova un pacchetto di sigarette e dei pensieri sparsi in solitudine.
C’è un appuntamento imprevisto che non sa di attesa e un’aria allegra che mette tutti i pezzi del puzzle al loro posto; e un pianoforte di mezzanotte che strimpella e batte i vetri come a dire che non è mai tardi, mentre i marinai senza nave vanno a dormire con una birra di troppo e i cani senza padroni vagabondano ancora sotto la luna.
Sulla torre medievale c’è un sogno di pace dopo una giornata di lavoro e un cielo scuro che non fa paura, anche se forse verrà a piovere, mentre fuori il mondo è uno schifo e non ci si può permettere il lusso di essere sinceri a meno che non si decida di essere scomodi…