domenica 27 gennaio 2008

Simone Weil

domenica 20 gennaio 2008

Soli, con la testa bassa e senza guardarci negli occhi



L’amore è un’illusione che dura finché sono in due a crederci

sabato 19 gennaio 2008

Il mondo mi deve alcune cose

“ Il mondo mi deve alcune cose, ecco tutto. Non si può insegnare un nuovo motivo al vecchio maestro. ”

REMI sembrava proprio un ragazzino. A un certo punto del suo passato, nei suoi solitari giorni di scuola in Francia, gli avevano portato via ogni cosa; il padrigno non aveva fatto altro che ficcarlo in vari collegi e lasciarcelo; l’avevano bistrattato e cacciato da una scuola all’altra; camminava la notte per le strade della Francia elaborando maledizioni col suo innocente bagaglio di vocaboli. Adesso era ansioso di riprendersi tutto quel che aveva perduto; non c’era fine alle sue perdite; questa faccenda si sarebbe trascinata all’infinito.


Jack Kerouac / Sulla strada

Scompaiono tutti i sogni, tutti i volti, tutte le convinzioni e l’unica cosa da fare è andare a riprendersi la vita un po’ più in là.
Scompaiono passo per passo tutte le cose che trovano la loro ragione d’essere nella stasi.
Il movimento si porta appresso un bagaglio che diventa sempre più leggero.
Vado a riprendermi ciò che è mio.
Vado a riprendermi me stesso.
Vado e non ho voglia di fermarmi, non posso proprio fermarmi, sono attratto e vado senza sosta verso ignote mete che portano sempre e solo a me.
Mi riprendo ciò che è mio.
E perdo finalmente la concezione del tempo e dello spazio.
Scompaiono tutte le cose inutili. Mi scrollo da dosso la vecchia pelle come un serpente che ha voglia di mettere a nuovo la luce viva delle sue squame e dei suoi occhi, sicuri nella mira.
Non soffoco più.
Svaniscono tutti gli incubi e l’unico strumento che ho è il mio corpo rettile.
Il mondo mi deve troppe cose e vado a riprendermele.
Il mondo mi ha rubato la terra sotto i piedi, il cielo sopra la testa, gli orizzonti dalla vista, e non c’è più nessuna deriva marina che mi consoli.
Non ho più bisogno di fotografie ne di specchi, non ho più bisogno di raccontare o rispondere, non ho più bisogno di spiegare, sono troppo contento di avere una pelle nuova.
Si, il mondo mi deve alcune cose!
E so che devo ancora molto all’esistenza.
Così mi riprendo ciò che è mio, nascosto tra gli scaffali dei supermercati, nei giochi inventati dei bambini, nella noia apatica delle routine altrui, nei volti nuovi dei compagni di viaggio.
Nascosto dietro gli occhi degli extra comunitari, dietro le finestre che hanno paura di aprirsi, dietro i portoni antichi, dietro le vetrine illuminate.
Nascosto nelle file interminabili, nei palazzi universitari, nel mormorio confuso della gente, nei murales ribelli, nei bar di periferia.
Si, il mondo mi deve alcune cose!
Non faccio altro che riprendermele…

mercoledì 9 gennaio 2008

Lucio Fontana, Mantova


Uomo nero, uomini a cavallo, composizione ( inchiostro blu, nero e giallo-verde su carta ), essenza, ricerca spaziale, ambiente spaziale, ambiente spaziale nero, studio per scultura / figura femminile ( primavera ), studio per scultura / figura femminile ( estate ), studio per scultura / figura femminile ( autunno ), studio per scultura / figura femminile ( inverno ), ambiente spaziale ( gouache azzurra su carta ), concetto spaziale ( china nera e acquerello su carta ), studio per ambiente spaziale ( china nera su carta ), capione olimpionico ( atleta in attesa ).

Nudo, ritratto di bambina, toro, venere, donne sul sofà, uomini, donna ( gesso colorato arancione, verde e azzurro e graffito ), donna e cavallo, scultura astratta ( filo di ferro e argilla ), scultura astratta ( cemento bianco graffito ), scultura astratta ( cemento armato colorato bianco e nero ), conversazione, il fiocinatore.

Farfalla ( ceramica colorata e riflessata, azzurra e nero ), farfalle, conchiglie e polpo, nudo, autoritratto.

Paulette, ritratto di Teresita ( mosaico policromo azzurro, nero, oro e rosso ), testa di Medusa, torso italico.

Mujer con màscara, donna al balcone, ritratto di Teresita, donna con fiore ( ceramica policroma e riflessata ), la mujer del marinero ( terracotta ).

Concetto spaziale ( grès colorato ), deposizione ( ceramica policroma smaltata e riflessata, bianco e nero ), gallo ( mosaico colorato, oro e nero ).

Concetto spaziale / i quanta ( idropittura, buchi e tagli su tela, rosso ), concetto spaziale ( metallo laccato in nero e buchi ), concetto spaziale ( olio, squarci e graffiti su tela rosa ), concetto spaziale ( metallo laccato in nero e tagli ), concetto spaziale ( buchi, incisioni e graffito su terracotta colorata e smalto, fondo nero ), forma ( ferro ), concetto spaziale ( olio su tela bianco ).

Giorgio Morandi, Bologna


Paesaggio ( olio su cartone telato ), fiori, natura morta, ritratto femminile.

Lo studio
( Appunti appesi sul muro, tavolozze, metri da sarto, squadrette metalliche, un orologio a muro fermo 5 minuti dopo mezzogiorno o forse mezzanotte; sul cavalletto stracci induriti dal tempo come fossili, bottiglie e contenitori vari, modelli da dipingere, stanno lì come attori che aspettano di entrare in scena, fermi sotto la polvere e immortalati nelle tele, una brandina senza cuscino, ombrelli senza pioggia, cappelli che non coprono più pensieri, tele vuote stese al muro, una sedia che aspetta vicino ad una stufa a carboni, un ukelele e una tromba abbracciati, l'una sopra l'altro, come in una promessa per l'eternità )

Cortile di via Fondazza( acquerello su carta ), paesaggio, natura morta, fiori ( matita su carta ), natura morta ( inchiostro su carta ) natura morta con bottiglie e brocca ( acquaforte su rame ), natura morta con conchiglie, natura morta con il panneggio, natura morta a tratti veloci, grande natura morta con lampada a petrolio, paesaggio di Grizzana, veduta della motagnola di Bologna, fiori in un vasetto bianco( acquaforte su zinco ), le tre case del camparo di Grizzana, la strada bianca, paesaggio con 3 alberi, cornetto con fiori di campo, fiori in un cornetto su fondo ovoidale, natura morta con 5 oggetti, natura morta con 9 oggetti.
21 tele al centro di una parete, una tela sola sulla parete al lato.

lunedì 7 gennaio 2008

Lunedì 7 Gennaio 2008

Rifiuti, esercito in Campania _ Dormivano in sei nel letto, bimbo cinese muore soffocato _ Tom Cruise, il capo occulto di Scientology _ La corsa alla Casa Bianca: Barack Obama 33% Hilary Clinton 33% John McCain 33% _ Anticoncezionali ai Falashà, bufera in Israele " gli ebrei neri non fanno più figli " _ Presto sposi Sarkozy e Carla Bruni _ Birkin: odiavo " Je t'aime moi non plus " _ Camerun, la battaglia al cibo globale

martedì 1 gennaio 2008

Girotondo




Cammino fino a dimenticare la destinazione
Fino a dimenticare il punto di partenza
Mi guardo le scarpe e cammino
Cammino e svanisco nella nebbia
Cammino e appaio dalla stessa nebbia
Cammino e basta
Cammino e ho fatto un bel po’ di strada
Poi arrivo vicino una darsena abbandonata, libera, paradiso appena fuori dal centro del mondo, dopo la curva del fiume, che sembra un giardino zen un po’ improvvisato
La spiaggia è di rena fine, grigio chiarissimo
Non c’è nulla
Ne barche, ne ferraglie, ne attracchi ancora utilizzabili
Non c’è nulla
Solo tre cappelli di paglia a forma di cono
E sotto i cappelli tre figure trasparenti

C’è uno che ripete la stessa frase come un rosario senza fine
La stessa frase che non ha più significato
Oppure si trova il senso solo ripetendola all’infinito
Come un convincersi e poi avere i dubbi e poi ripeterselo sempre, per dargli concretezza

E c’è l’altro lì vicino che canta sempre la stessa canzone, la stessa strofa, sempre con lo stesso ritmo, come se fosse stata sempre lì nell’aria.
Canta come se il mondo non fosse lo stesso senza
Vitale come l’ossigeno

E c’è il terzo che è chinato su i suoi piedi come una rana, che fa un segno nella sabbia che non riesco a vedere.
Segna la sabbia e poi la risegna sempre con lo stesso gesto, a cancellare quello che sta sotto
Fa sempre lo stesso segno come cercare la perfezione, per dare un senso attraverso un simbolo, per spiegare il mondo, per vederlo nella sua interezza

È solo un girotondo
Cammino e svanisco nella nebbia