martedì 24 novembre 2009

Communication breakdown

Con alcune persone la comunicazione è facile.
Con la maggior parte diventa strategia, lavoro, politica.

domenica 22 novembre 2009

Departures / Arrivals


Questa vita è un viaggio. Banale dirlo, meno banale avventurarsi. È un viaggio obbligatorio. Sei già sopra. Sei già salito. L’unica libertà concessa è cercare di scegliere l’itinerario. Qualche fermata. Una sosta. Tentare di chiedere un passaggio. La materia e le sue anime. Gli intrecci, gli sguardi rubati, i sorrisi dei mai più. Ma è una mezza libertà. Per lo più il destino e il caso decidono chi e dove. A noi rimangono solo i perché.
Partono i vecchi schermi, quelli che si perdevano in un nero misterioso di un freddo MS-DOS, quelli della TV analogica, con l’antennina da regolare a mano, con la manopola che prima o poi si rompe sempre, con le forme bombate e pochi pollici ma sufficienti. Arriva la nuova tecnologia sempre più sensibile che nemmeno ti puoi permettere di sfiorare sennò si prende un virus e buonanotte al secchio!
Partono i missionari del lavoro per terre lontane, per una speranza, per un invito clandestino alla felicità. Partono e sognano un sogno collettivo mal pagato. Partono e non ritornano più. Arrivano i nuovi sognatori, tutti sporchi e maledetti. Arrivano e affollano le metropolitane, i treni e le stazioni, i sotterranei e le notti brave. Arrivano e non riconosciamo loro nessun sogno collettivo.
Partono i tir di notte per le autostrade, con le occhiaie malconce, la barba trascurata e i sorrisi color caffé. Partono in una nuvola di nicotina e sfidano il loro record d’insonnia. Arrivano le signore al supermercato. Arrivano presto e vogliono che sia tutto lì. A disposizione. Fresco e conveniente. Arrivano presto e passano ore nel decidere, pur credendo di sapere quello che vogliono. Finalmente arrivano anche alla cassa che parla con i bip e che ha lo sguardo apatico e stanco, peggio di chi fa la fila.
Partono i politici per rappresentare un Paese e i suoi interessi. Gli interessi di pochi. Partono per ambasciate con belle parole di democrazia e cravatte e giacche sempre nuove. Arrivano in patria con trionfi industriali e finto orgoglio nazionale. Arrivano e devono combattere con la giustizia. Nessuno è profeta in patria perché la patria non ha bisogno di profeti ma di giustizia.
Partono i fogli della burocrazia, verso scatoloni e archivi impolverati. Partono e rimangono sospesi nel dimenticatoio, pronti a riemergere come bombe abbandonate di una guerra già trascorsa. Pronti a tornare come incubi dimenticati e lontani. Arrivano le multe da pagare, gli errori degli impiegati, dei tecnici distratti. Arrivano gli scempi dei contratti firmati con i soldi pubblici. Arrivano senza responsabilità, tanto paga il contribuente. Salviamo l’azienda. Salviamo la fabbrica. Salviamo l’aeroporto. Salviamoci il culo. Si salvi chi può!
Partono l’etica, la morale, il lieto fine, l’amore eterno e vissero tutti felici e godenti. Arrivano i volti rifatti, le vecchie glorie, ritornano gli amarcord, il senso della stabilità, tutti stipati nelle nostre piccole gabbie dorate, come canarini che muoiono di solitudine. Avere le ali e non poterle usare. Avere le ali e avere la paura di volare. Il viaggio è finito. Il viaggio finisce con la paura. Con la noia. Partire, arrivare. Arrivare ma non fermarsi. Partire come morire. Morire solo per un po’. Arrivare e avere la voglia di morire un altro po’, ma altrove.
Cosa fare?
Cosa pensare?
Cosa augurarsi per la vita?
La cosa più bella che ho da dire è buon viaggio.

mercoledì 11 novembre 2009

Giorni di luna

Controllo la mia dose di attese. Controllo la mia dose di doveri. Controllo i numeri. Controllo la mia dose di tossicità a disposizione. Controllo chi mi controlla. Il controllo è sorprendente finché non ne faccio abuso, perché la spontaneità ti libera da te stesso ma non dai problemi degli altri. È appena caduto un muro da 20anni e intanto ne abbiamo eretti tanti altri, più pericolosi e più invisibili. Non impariamo mai. Ci affidiamo alle promesse e all’arte oratoria. Il numero fa la differenza. Il grande numero è la nostra preoccupazione. Poi i conti non tornano mai e ci anestetizziamo davanti alla TV e ad un buon bicchiere di vino in cartone che sa di poco. Un'altra dose di anestetico per queste ossa rotte. Un’altra dose di bugie per questo cuore ancora in piedi. Tutti ci auguriamo a vicenda un buon giorno. A volte riusciamo pure ad essere sinceri, ma per poco. Buongiorno. Cos’altro dire? Controllo i miei sguardi. Controllo la mia pelle. Il pensiero è veloce. Le frasi si accorciano. Gli ideali di indipendenza si trasformano in un fenomeno commerciale. Siamo tutti qui per vendere e comprare. Siamo tutti qui per rubare e guadagnare. E poi aspettiamo l’assoluzione tra una benedizione e un’acquavite. Il mastro non so che cosa cerca una vite per reggere il mondo in equilibrio e conosce bene le ragioni dei suoi affanni e forse vagamente quelle degli altri. Tutto è come un carosello macabro che ritorna. Gli aerei cadono bassi e le anime non ce la fanno ad alzarsi ad un palmo dalla normalità. Non rimane che un mormorio indistinto di non so che cosa e d’altro canto sarebbe inutile cercare un’altra spiegazione. Cosa vuoi? Era solo un lunedì.

sabato 7 novembre 2009

Miss Mondo 19000 A.C.

giovedì 5 novembre 2009

Radio cut up


Un storia vera Una storia vera Una storia vera Vera Vera Vera Non spremete le meningi, spremete le olive La storia di un ragazzino alle prese con la criminalità Mentre i bambini fanno oh! Ho trovato l’alieno! Vuoi il massimo della potenza? Lanciare un appello alla comunità nazionale affinché i minori siano tutelati Mari da mossi a molto mossi Molto astratto e per niente naturalistico Dove la coppia diventa un punto di riferimento Compri adesso e cominci a pagare fra 90giorni Cresce il consumo delle droghe sintetiche associate all’alcol Vediamo se c’è qualche sostituzione Eccessivi contrasti rischiano di frenare la ripresa Coi bambini va sempre bene, si vende sempre I’ve got a black magic woman Magic! Votiamo l’articolo 9 Votazione chiusa, il senato approva Rigore non concesso dall’arbitro Opera 53 di Schubert Tutto acquista valore e significato se guardato con la prospettiva dell’eternità È un gioiello il vibratore Un vibratore è per sempre C’è una scarpa per ogni occasione Mi ribello a nome di tutti i brutti d’Italia! Non c’è un solo euro Tutto incluso a 50€ al mese iva inclusa C’è un problema di competenze Non volevo andare a mani vuote In tutte le erboristerie Ci aiuti un po’ ad entrare nel vivo e nel senso di questo scherzo musicale Fai come me, sostieni anche tu la ricerca con un sms Stavo cercando un sito per avere maggiori informazioni È impossibile! New entry alla posizione 10 A me irritano i genitori dei bambini maleducati che fanno finta di non vederli Bisogna rispettare i camerieri, spesso considerati come servi Non sono servi sono servitori Sono molto ossessionanti Forse se mi presento con un pezzetto di sterco mi sa che non funziona Facciamo una pausa fra poco ritorniamo Il tuo messaggio arriva a chi vuoi quando vuoi S’andò a finire con l’hashish legalizzato Che bello due amici una chitarra e uno spinello e una ragazza giusta che ci sta e tutto il resto che importanza ha!?