sabato 26 aprile 2008

Banana Republic

venerdì 25 aprile 2008

Con le mani nella marmellata


Pensi di rimanere solo, di esserti guadagnato il tuo pezzo di libertà, di poter mettere il bene e il male, il bello e il brutto della tua vita nella traiettoria del tuo yo-yo, per giocarci un po’. Come una simpatica canaglia; criminale ma per poco, criminale ma non cattivo, simpatico e svezzato, col sorriso triste e la smorfia strappa baci. Te li ritagli bene i tuoi momenti. Poi li cuci e li indossi come un Arlecchino felice di avere tanti colori, ma soprattutto felice di aver qualcosa addosso che ti assomiglia. E non te lo leva nessuno quel sorriso, quella smorfia, quando hai le mani nella marmellata; neanche quando ti scoprono. Troppo felice per la gioia per preoccuparsi di giustificarsi. Troppo sporco di marmellata per nascondere il tuo piacere. Per miracolo il tuo mercurio brilla alla luna come argento. Come se l’olio per motori servisse per dipingere…
Troppo contento, che solo a guardarti viene da sorrrdere.
C’è chi si rivolge alle stelle mentre tu stai bene attento a cosa ti succede attorno e non ti curi dei sogni.
L'attenzione poi ritorna su di te e si possono vedere tutti quei piccoli sogni a terra, sporchi di marmellata.
E allora cosa fare. Ci si sente assolti, piccole canaglie, che non siamo altro. E in realtà non è male essere criminali ma simpatici, criminali si…ma per poco. Perché smettere di strofinarsi il velluto addosso. Perché smettere di giocare, anche se il gioco è pericoloso e il rischio è il gioco di per se.
Si ha qualcosa solo nel momento in cui sei tutt’uno con quella cosa. Il momento della conquista. Il momento della simbiosi.
Perché vi rattristate..
Perché andate di fretta..

giovedì 24 aprile 2008

Mezzafata


Camminano come solo gli stupidi possono, vanno di fretta e non sanno dove andare, suonano i loro stracci addobbati con spille e ferretti, battono grossi scarponi sulla strada bagnata, prendono appuntamenti che odiano da subito, cercano di perdere tempo, e poi ricominciano ad affannarsi, suonano malamente i loro corpi tra di loro e diventano folla, chiedono, chiedono, chiedono sempre e non sanno rispondere a nessuna domanda, così si inventano ruoli importanti, indossano tutti una maschera e mettono una mano che punta in basso dietro la schiena e girano tra loro, intorno a se stessi, intorno agli alberi, i fuochi, e si fermano sotto porticati come per decidere qualcosa di importante. Poi uno scatto li riporta in strada, richiamati alla confusione per non chiedersi cos’è che li fa andare…e allora via, continuano a girare su se stessi, a suonare le loro carcasse fumanti fino al collasso!
Come uno stupido mi trascino avanti, e quasi divento sordo per non ascoltare…
Come uno stupido perdo le mie domande e ti trovo in mezzo al frastuono, sospesa a mezz’aria nel tuo bianco cemento, che ti protegge e ti spoglia di vita….
Non dici una parola e guardi lontano, con due occhi grossi e neri, più grossi di quanto dovrebbero e più splendenti di quanto si possa immaginare.
Tu, con un velo e nulla più…
Si potrebbe anche piangere, oppure sorridere.
Oppure non fare proprio nulla.

L’occhio perso in una vertigine di luce sfocata
Cerca di aggrapparsi alla realtà
Ma trema per un brivido di una immagine lontana
Vivo ricordo indelebile senza controllo