Un infinito e maestoso silenzio si apre nelle piazze gremite di anonimi volti che siamo costretti a perdere, nelle strade sfollate dai disperati di quartiere e dalle volanti del controllo, nel freddo notturno delle stazioni ferroviarie e nel caldo asfissiante di locali alla buona. Crollano gli sguardi senza interpretazione, crollano i manifesti strappati, appesantiti da un’immane sovrapposizione di messaggi pubblicitari, immagini, carta e colla senza risparmio.
Un infinito e maestoso silenzio si diffonde verso i tramonti e gli orizzonti troppo lontani, verso il prossimo sale e tabacchi, contromano e contro tutto, contro i muri e le persiane sempre chiuse.
Un infinito e maestoso silenzio entra nel frastuono quotidiano delle solite cose, quello delle frasi fatte, dei buongiorno, degli arrivederci e grazie. Entra nelle trasmissioni radio che passano sempre le stesse canzoni, nei programmi tv che sanno di poco, ma che intrattengono la noia del pubblico e lo rassicura dalla realtà.
Un infinito e maestoso silenzio tutto mio, strettamente personale, dell’anima contro il mondo, contro il destino, che cerca, vaga, senza meta e con desideri sempre ignoti.
Un infinito e maestoso silenzio accompagna i miei passi, si veste di solitudine e gioia, l’inconfessabile male di vivere e il magico stupore del prossimo passo.