Uno dei miei film preferiti è “ Il favoloso mondo di Amelie ”.
Ricordo soprattutto le scene dove lei guarda, accarezza, tocca, sente le cose, oggetti o situazioni…ecco, il mio mondo è anche un po’ così; fatto di particolari nascosti, piccoli piaceri e piccoli dolori che non si possono spiegare.
Uno incredibilmente stupido e normale ma che per me assume valore differente è il momento in cui qualcuno scrive qualcosa.
Un gesto che si ripete chissà quante volte nel quotidiano, che vedo fare ma che ogni volta mi fa sentire piacevolmente in attesa di qualcosa, che non so cos’è e che spesso non vale più dell’attesa.
È quasi da psico-analisi, e qualcuno me lo sa pure spiegare forse, ma tanto non cambia molto.Resto lì a guardare, attento, sospeso, aspetto…seguo con lo sguardo e penso altrove..
Forse non importa tanto cosa viene scritto ma come; cioè all’inizio mi attira il motivo, lo scopo, il tema e sono curioso di sapere, poi diviene secondario…capisco che in quel momento qualcosa viene fissato su un foglio, un registro, un modulo e muoio dalla voglia di vedere cosa c’è scritto e con quale scrittura…
Le ricette dei medici, i documenti da firmare, i moduli, le ricevute di ritorno delle lettere…
Che a volte tornano e sono quasi mute, altre non tornano più e cerchi qualcosa da leggere che ti dia una certificazione di cose reali che sembrano non volere entrare in testa.
I romanzi sono tutti stampati e sono chiusi in contenitori freddi.
Le calligrafie, le sbavature, la ruggine delle spille, schizzi appena abbozzati, macchie d’acqua su inchiostri malinconici che sembrano foto di lacrime senza occhi, carte ingiallite con dignità, cose che credevi perse sono ancora lì, nascoste, ma sono ancora vive.
E io lungo un brivido di piacere cerco e non so cosa cercare, osservo ma vedo altro, vado e forse non mi muovo affatto.
Da tenere a mente, spesso di questi tempi
11 anni fa
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