sabato 26 luglio 2008

Mala natura



Questa è la canzone del diavolo che sconta le sue pene e la sua mala natura.
Che sprofonda nelle viscere della terra e non s’arrende, che urla e latra versi al cielo, perché guarda al cielo con occhi senza misericordia, cacciato per sempre e costretto alle fiamme.
Questa è la canzone di un povero demone che si lega alle caviglie di chi esorcizza il male e sogna il bene, che cammina in strada e non può volare perché possiede ali troppo piccole. Non c’è niente di male in queste percussioni. Non c’è niente di male sotto le gonne che volteggiano attorno un punto che non si sfiora e cercano l’altra anima dannata. Niente di meglio che schiacciare il diavolo sotto i piedi in una danza tarantolata. Questa è la canzone della follia che interpreta il divino amore in un bicchiere di vino con un bacio umido di vita. Questa è la canzone dei berretti rossi custodi delle idee. Questa è la canzone dei viandanti sotto la luna. Posso dire che il bene e il male si assomigliano nelle vesti e nei laccetti. Posso dire che il bene e il male non si attraggono e si respingono nel ritmo eterno e non si sfiorano mai attorno un punto o ad una figura umana.

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