sabato 18 luglio 2009

Charango


Ho messo addosso i primi colori che ho trovato. Senza fare differenze. Ho le nuvole in testa e in un occhio la luna, nell’altro il sole. Il mattino mi sorride e la vita quando te ne accorgi è solo un viaggio. Nient’altro. Charango posa sotto un albero e aspetta che il vento soffi nella sua pancia. Ha ancora le corde spettinate e non gli importa di niente. Jambo Bongo non si è più fermato dall’Africa in poi. Batte il suo ritmo con la mano mancina in tempi dispari. Stringe i denti bianchissimi sotto labbra scure e fa penzolare il suo lungo pizzetto di rame rosso tra ragazzini di stile yankee che recitano rosari con cadenze rap.
One two tree four!
One two tree go!
Ogni linea può essere importante. Ogni linea da se non sembra una grande cosa. L’intreccio è il disegno magnifico che ci dà la ricompensa, senza aver chiesto nulla. Il senso del viaggio. Non farsi mai manovrare. Viva le corde spettinate e i fili liberi. Che pena esser burattini obbedienti!
One two tree four!
One two tree go!
Kalimba si avvicina discreta e mentre la frenesia di quattro Jambè pestano allegramente la terra e ravvivano tutto ciò che trovano, si permette di sussurrare con voce tremante i toni psichedelici di questo mondo a tutte le creature. Malinconica cura per chi non ha bisogno di sciamani. Un tuffo dove la vita scorre più lenta e il fango è una pasta coloratissima.
Viva charango e la ribellione!
Viva le corde spettinate e i fili liberi!

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