giovedì 19 agosto 2010

Saudade


Hanno svuotato le giare e adesso suonano cariche di vuoto e soddisfazione. La leggerezza dell’aria si libera dal suono grave e aritmico di strumenti improvvisati.
Suonano le stelle al cielo, le tartarughe al mare.
Suonano le fronde al vento, i pensieri al tempo.
Suonano i corpi alla stanchezza, le menti alla bellezza delle cose indecifrabili.
In una frenesia di moti automatici si perde la grazia dell’esistenza e fermare il momento con una magia ci salverà dalla schiavitù. Un’altra estate se ne va e come le altre era troppo carica di aspettative e troppo breve per esaurirsi senza rimpianti.
Stiamo andando a sorprendere l’alba che si affaccia sulla spiaggia e questa spiaggia non sarà mai più così. In nessun altro modo e in nessun altro momento. Stiamo andando sulla spiaggia di notte, al buio, per rubare un attimo, un’emozione, una gioia immensa, un’infinita tristezza, un silenzio incolmabile.
Quello che conta è farsi prendere da questa emozione, che non ha peso né consistenza. Che non potrai mai disegnare o descrivere. Quello che conta è essere lì, sulla spiaggia, giusto in tempo per essere te stesso.
Spera di ricordarti come sei, nient’altro ti potrà salvare da questo mondo che non ti appartiene.

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