Questi dadi
non segnano mai più di dieci
fanno così … per non compromettersi
La stanza in cui vivo è un dado,
ma non ho abbastanza mani
per tirarlo lontano
Distanze che non percorro mai
per una probabile carenza d'ossigeno,
devo ancora imparare a respirare
ma mi va bene così
e non ho tempo per cambiare … poi
Ho sempre me
Ho sempre me
Ho sempre me
Ho sempre me
I tuoi grandi sorrisi
accendono il buio
però menti se scrivi che
torni subito
O forse è meglio così
io non t'aspetto
potrei avere qualche problema se tu
tornassi davvero, ma …
Ho sempre me
Ho sempre me
Ho sempre me
Ho sempre me
Cristina Donà / Tregua 1997
Ho acceso tutti gli stereo, i lettori dei computer, le radio e gli amplificatori. Ho alzato moltissimo il volume e ho l’umore che rimbalza dal pavimento al soffitto. Ho chiuso bene la camera e ho spento le luci. Le spie e i led bucano il buio come lucciole. Ho acceso le candele e non trovo gli incensi. Li dovrò comprare…. Tarantolato, oramai non mi resta che ballare con gli spiriti immaginari e fare un viaggio nel tempo.
Suonano forte i tamburi, riecheggiano i pianoforti, svalvolano le chitarre. Ho in mente i libri non letti. Ho in mente le melodie che non riesco a suonare. Sono lontano dalle parole. Molto lontano. Sono contento pure di non cercarle. I volti si sciolgono con leggerezza. Per primo il mio. Ma è solido negli intenti.
Batti tamburo! Batti il muro! Batti!
Nessuna giustifica! Nessuna soluzione! Nessun esorcismo!Nessun invito! Nessuna sfida!
Adesso ho i pensieri tonici e un sorriso trasparente. Una nuvola nera sul capo che posa sopra il mio cappello a punta. Ho voglia di fare un giro. Di prendere un gelato. Di riempirmi di niente.
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