venerdì 6 giugno 2008

Succhia miele


Piccoli campanelli suonano nel vento e non sai mai se sono un po’ avanti a te o se li hai già lasciati dietro.
La eco di un vuoto a se ronza persistentemente, e non sai fare domande, tantomeno rispondere. Ce l’hai qualcosa da dire. Ce l’hai qualcosa da sentire. Ce l’hai un gioco nuovo appena inventato, che tieni stretto in un silenzio. Un giro di parole che non sono tue e un infantile diffidenza strappati assieme da un sorriso. Sono tutti li sul lato della strada i fiori di campo. I fiori pazzi. La grazia abbandonata e selvatica. Fermati pure. E succhia il miele di nascosto. È semplice.
È semplice. Si prende un fiore e lo si tira in bocca. Tira pure il fiato col naso. Tira forte e schiaccia un po’ la corolla. Appena sopra il calice con la punta della lingua trovi il dolce e un pizzico all’anima.
Ce l’hai qualcosa da dire. Ce l’hai qualcosa da sentire. Ma evita e goditi il momento. Due dita affondate tra le vertebre e una mano che abbraccia il collo dal basso verso l’alto. Torna a casa e aggiustati le labbra.

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