domenica 28 settembre 2008

Aggirate resistenze



Prima di dire io sono, prima di dire io sono qui, sono arrivato qui, dovremo sentire uno spostamento, un flusso di noi stessi, della nostra psiche oltre la memoria di un corpo che diciamo nostro . Prima di dire “ io sono ”, pensiamoci bene. Si può essere sicuri dell’essere?
Oggi più che mai credo di non poter affermare ciò.
Oggi più che mai non dico io sono. Mi dico “ io divengo ”.
Allora posso dire di essere venuto qui, ma io non sono qui. Io non sono qui. Io percorro qui. Se dicessi sono qui potrei dirmi morto. Io percorro qui in quanto il mio essere è divenire, e il suo divenire passa in questo luogo. Tutto è in evoluzione. Un turbinio di energia che non si ferma mai, e l’occhio nudo tradisce la sua natura. Non vede le aggirate resistenze. Vede solo un blocco materico e afferma di potermi fissare. Ma si ha solo l’illusione di poter fissare qualcuno o qualcosa. Una macchina fotografica può cogliere le sbavature del corpo in un attimo più o meno preciso. La macchina può, ma non di certo il fotografo che sta scattando la foto o uno qualunque di noi può avere la pretesa di fissare qualcosa. Io guardo, osservo ma non fisso, cerco solo di prolungare lo sguardo. Cerco solo di aggirare le resistenze che formano la materia, l’energia invisibile che modella la vita.

Grazie Carlo

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