mercoledì 8 ottobre 2008

Fusion


In questo andirivieni non c’è molto da argomentare. Le cose più belle e quelle più cattive non hanno bisogno di parole, anche perché non si trovano quasi mai quelle giuste. E usare parole vuote…a cosa serve….
Bisogna aspettare il silenzio.
Bisogna aspettare il silenzio, non di certo facendo silenzio o solo abbassando lo sguardo.
Troppo vuoto.
Troppo pieno.
Eccoci al centro del mondo.
Eccoci al centro del mondo, proprio qui, dietro l’angolo. Dietro un qualsiasi angolo, aspettando di trovare un buon Caffè, oppure una strada illuminata, oppure qualcuno appena tornato dal deserto.
Eccoci al centro del mondo, ad un metro dalle nostre aspettative, ad un metro da noi stessi, ad un metro dall’ispirazione.
Eccoci al centro del mondo, dove possiamo incontrare guerrieri superstiti dalle loro battaglie senza reporter, dove l’aria è colma di delusioni senza foto e di gioie senza peso.
Eccoci al centro del mondo, dove un santo si confonde nel peccato, e dove tutti ce l’hanno con tutti e il meglio che riescono a fare è prendersela con i mulini a vento.
Allora non c’è nessun nemico oltre il nostro orgoglio stupido.
Eccoci al centro del mondo, ma non ce lo diciamo. Siamo proprio nel punto esatto. E ogni punto è quello esatto. Basta sentire la fusione. L’equilibrio delle forze libere.
Siamo in fusione.
Ma mi raccomando al silenzio.
Più che parlare e descrivere penso ci convenga ascoltare.
Troppo vuoto.
Troppo pieno.
E ogni volta c’è qualcosa di nuovo
Ogni volta ci credo
Ogni volta cado
Ogni volta è l’ultima
Ogni volta non mi rimane che aspettare il silenzio e sentire la fusione.

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