Il mondo si divede sempre di più in un dentro e fuori, tra chi addobba una vetrina e gli fa male la schiena e forse avverte un senso di vomito tra decorazioni luccicanti e festoso parlottio da shopping e chi invece guarda le vetrine dal di fuori e giudica la merce e compara i prezzi alle proprie aspettative e al proprio portafoglio. Dentro e fuori, tra gente che entra e gente che esce, tra il vigile col dente avvelenato che è costretto a dirigere mandrie di vacche al volante, pecorelle a spasso con lo stivale sexy, cagnetti impomatati col collare di brillanti e il mendicante fuori la porta dei negozi che aspetta puntuale il natale per mettere in mostra le proprie miserie e guadagnarsi la carità.
IN & OUT
Dentro e fuori i viali illuminati, pieni di folla pronta a spendere, costretta per una strana morale o anche solo per combattere lo stress di un anno a colpi di carta di credito, che quando passa nella macchina alla cassa è come una lama affilatissima, uno striscio e ti passa la paura e ci si sente felici non tanto per l’acquisto ma per aver acquistato. Dentro e fuori i viali con i ragazzi impegnati nel sociale che ti costringono per una spilla a fare qualcosa per i bambini ammalati, e ti fanno vedere come garanzia una cartelletta con il certificato di un’associazione sconosciuta.
Fai un’offerta egoista schifoso, dammi questi soldi, ma ce l’hai un cuore lurido verme!? IN & OUT
Dentro e fuori le chiese, col prete che non dichiara le offerte al fisco e non rilascia mai la fattura per un litania di parole che servono a consacrare le vostre misere vite bigotte. Ricordati di santificare le feste, di pagare il curato e di annoiarti tra i banchi e le navate per una predica inutile, una lezione di vita bla bla bla e così sia! Dentro e fuori ai santuari con gli zingari sui gradoni pronti anche loro a santificare le feste vendendo benedizioni e masticando anatemi se non gli dai qualche spicciolo.
Bastardo che non sei altro, cosa ti costa farsi prendere da un senso di colpa!?IN & OUT
Dentro e fuori i centri commerciali, sempre più affollati nonostante la crisi, sempre più illuminati e decorati, sempre più pieni di idee regalo, dove puoi trovare di tutto e di più, dove un libero mercato non ha abbastanza controllo di se ed è come un lento suicidio tra confezioni che si assomigliano e marchi con i nomi improbabili a riempire gli scaffali. Dentro e fuori i reparti, con le denominazione di origine, produzione e chi più ne ha più ne metta, tutto a norme CEE e non C’EE, 100% cotone, 100% pelle, 100% quello che vuoi che sia.
Il tempo stringe e il natale è alle porte, Santa Claus superstar batte tutti, record nelle pubblicità, record in TV, record nelle strade ( basta un cappuccio rosso e se ci tieni una finta barba bianca e sei il protagonista ). Batte pure Gesù Bambino che nessuno aspetta più di mettere nei presepi per cui nessuno va a raccogliere il muschio, per cui nessuno sceglie i pastori, o le cortecce per la grotta, ma si fa prima a fare l’ultimo assalto all’IKEA, dove tutto si monta e si smonta, basta seguire le indicazioni. Dove gli scaffali sono alti come un palazzo di tre piani, dove tutto diventa standard, dove puoi scegliere di arredare la tua casa mostrando una vita già vissuta ma non tua, con l’etnico che non capirai mai, il design moderno di architetti salva spazio, il genio nordico europeo con manodopera esclusivamente cinese a prezzi non sempre modici, dove anche tu diventi un pezzo, un tassello di una struttura impersonale e asettica. Il mondo si divide sempre più in un dentro e fuori, tra la full immersion delle compere e chi vaga per il parcheggio incustodito. E mentre dentro passano le solite canzoni natalizie re-impastate in arrangiamenti contemporanei, sempre più melense e cariche di buonismo, fuori si consuma una vecchia canzone degli anni 20, che gratta su un vinile pieno di nostalgia, che diventa come la strada ma sempre vero e onesto nei sui difetti. E la strada è un giradischi per chi vuole ballare, e la voce di quella cantante dimenticata stride un sentimento andato mentre cala il buio sulle nostre figure scure e decadenti, e ognuno se ne sta nel parcheggio come al centro del mondo trafitto al cuore da un tiro di sigaretta accesa per un caffé al distributore.