venerdì 26 dicembre 2008

Souvenir

Te l’ho detto oltre queste tartarughe costrette in una vasca troppo piccola. Te l’ho detto oltre questo tavolo vuoto, oltre questa macchia d’argento sotto la pioggia, oltre il continuo sbiadire dei tuoi pensieri. Te l’ho detto oltre i tuoi momenti di gioia avvolti in uno scialle nero. Te l’ho detto e non è niente di personale questo vivere sentire morire ogni volta che non riesco.
Ed è tardi,troppo tardi, ma si può sempre ricominciare da zero. Eppure mi vogliono vendere una ragione, un principio in base ad un interesse e quello è l’unica cosa vera, l’unico punto fermo, la realtà che ci deve convincere. Te l’ho detto oltre questo avvinghiarsi in uno stringersi lievemente e con forza, con delicata fermezza, con un senso di appartenenza a noi stessi, chi può dirci di no?
Basta un ricordo. Un souvenir. Siamo noi oltre il tempo che passa e ci riconosciamo. Giochiamo da sempre e non ci basta mai. Appena diciamo la verità si svela il trucco e tutto diventa infame. Lascia stare. Non dire nulla. Possiamo chiedere di più.
Possiamo chiedere di più? Non lo so, ma forse bisogna dare uno strappo a questo tempo, per un luogo monotono, per questo via vai senza senso, per questa gente che ha ereditato un secolo di niente, perché niente è cambiato, e il progresso è un lusso comprato con i soldi regalati e non sudati.
Te l’ho detto e non mi sento ascoltato. L’ho detto male ma chi voleva poteva capire. A parte l’interesse. Te l’ho detto e non ho detto nulla, ma va bene così, l’ho detto al vento, l’ho detto a me, a chi voleva ascoltare, ma tutti sono pieni di se, e io devo andare.
Cerco una strada per svuotarmi. Cerco questo strazio difficile. Cerco con la volontà di trovare. Non so cosa. Non so dove. Non so come. Non so bene…ma cerco…

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