domenica 19 aprile 2009

Pomeriggio al fluoro


Pomeriggio al fluoro, carillon in frantumi stonano le ultime note sempre uguali, il sole brucia in faccia, l’aria è gelatina e non ti fa cadere quando hai voglia di un pensiero orizzontale. Tagliano le lame, tagliano le fragole, tagliano i quindicenni, tagliano i nonni e ogni 10anni decidi di uccidere un orologio. Si ricuciono da soli i pochi pezzi di un qualcosa che non ha più forma. Troppo serio e troppo poco serio per essere credibile. Puntuale nel suo essere distante e così vicino al cuore delle cose da non poterti permettere nient’altro che un sussurro di verità.
Pomeriggio al fluoro, cattivo nella sua esplosione, pronto per una bonifica con dinamica leggerezza. Buono quando sa regalare una biglia di luce per il tuo cranio vuoto. Ruvido e romantico, non adatto per un sogno liscio preso in prestito. Tagliano le aspettative col fiatone, tagliano le porte invisibili, tagliano i vinili lenti a guarire, tagliano i volti presi di spalle e i divani comodi e colorati.
Pomeriggio al fluoro senza prenotazione e senza destinazione. Appena il tempo di impiccare un dolore al neon e poi bianco caustico e un buio sicuro.
Non me ne frega
M’importa c’ho che m’importa
Non me ne frega
M’importa c’ho che m’importa
Non me ne frega
Anche se non vi importa

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