giovedì 23 dicembre 2010

Un pensiero leggero e poi liberi tutti


Mi sveglio con un pensiero leggero e non ci penso. Prendo la solita strada e non la guardo come il solito.
Non cerco niente.
Tiro dritto!
Non cerco niente che mi ricordi qualcosa.
Non guardo in faccia a nessuno e tiro dritto, ma senza maleducazione.
Non controllo il via vai delle persone, non guardo davanti ai negozi, non guardo dietro lo specchio, a stento mi curo degli stop, la segnaletica stradale la conosco a memoria. Faccio le solite cose in automatico e penso a gioie alternative.
Non mi curo delle cose che non mi piacciono. Non mi curo delle persone.
Ho un pensiero leggero che mantiene la mia felicità sopra una nuvola e fuggo ogni discussione inutile. Sbaglio e non mi faccio prendere da sensi di colpa. Liberi tutti dall’errore. Liberi tutti di sbagliare.
Liberi tutti e adesso potete anche andare dove vi pare a fare quello che vi pare. Liberi tutti dalle feste e dalle manifestazioni.
Liberata la mente dai cattivi pensieri. Liberata la mente dall’altruismo. Un pensiero leggero e non ci penso. Liberi tutti e adesso andate via, dove vi pare. Ma se volete restare, restate pure, io ho una nuvola che mi aspetta e tutto quello che c’è sotto non m’interessa. Liberi tutti e ognuno faccia quello che gli pare.

domenica 19 dicembre 2010

É Colpa Mia


É colpa mia
se siamo diventati indifferenti
più poveri più tristi e meno intelligenti
É colpa mia
che non mi curo delle tue speranze
forse perché delle idee non so più che farne
É colpa mia
non ci avevo mai pensato
É colpa mia
non presto mai troppa attenzione
É colpa mia
perché non prendo posizione
É colpa mia
mi crolla il mondo addosso
se ci penso non me ne frega niente
É colpa mia
ho aperto gli occhi all'improvviso
e ho visto te e nessuna spiegazione
soltanto quando è troppo tardi
ti ricordi ch'è tutto vero
É colpa mia
ho aperto gli occhi all'improvviso
e ho visto te e nessuna spiegazione
Figlio mio
ci pensi, un giorno tutto questo sarà tuo
Neppure se ti vedo piangere riesco ad essere felice
Neppure se ti parlo veramente
quando ti dico che per me non conti niente
Neppure tu
É una vita spesa male
ma tanto ormai è finita e lo sai
Perché è finita
era un autunno mentre l'inverno si avvicina
É colpa mia
se siamo diventati indifferenti
più poveri più tristi e meno intelligenti
Perché non mi curo delle tue speranze
É colpa mia
se siamo diventati indifferenti
per piccoli egoismi e altrettante bugie e nessuna spiegazione
É colpa mia
che non mi curo delle tue speranze
per piccoli egoismi e altrettante bugie e nessuna spiegazione
Figlio mio
ci pensi, un giorno tutto questo sarà tuo

( Il Teatro Degli Orrori / A Sangue Freddo 2009 )

Il cinismo è un’arte e serve alla sopravvivenza. Siamo tutti un po’ più lucidi, più decisi, calcolatori del tempo e dello spazio. Sappiamo finalmente dove muoverci, come difenderci ma abbiamo perso la fantasia e lo spirito.
Il cinismo a regola d’arte ci facilita la convivenza. Sappiamo tutti dove muoverci e con chi, sappiamo dove andare e cosa aspettarci ma abbiamo perso il nostro spazio libero. Abbiamo perso l’indefinito. Abbiamo tutti le facce un po’ più truci e meno rilassate. Siamo sempre sul chi va là. In fondo il cinismo non è per tutti, ma nemmeno le emozioni forti lo sono.
Non sappiamo più che fare delle idee, della bellezza, dell’anima nascosta, delle ispirazioni. Dobbiamo arrivare alla fine del mese.
Dobbiamo produrre.
Essere produttivi.
Dinamismo!
E invece sembra che siamo noi stessi dei prodotti di questa società concorrenziale. Potrebbero metterci negli scaffali del supermercato, nei banchi frigo dei surgelati, sui tavolacci dei macellai, umidi e insanguinati; nessuno noterebbe la differenza. Userebbero tutti lo stesso cinismo e l’indifferenza di sempre.
Forse qualcuno è cinico e indifferente e invece crede di usare bon ton, educazione, di avere anche classe, stile.
Forse non sa di essere solo un idiota. Siamo fragili e non ci piace rischiare. Ci interessiamo alle cose che non fanno male, a quello che possiamo guardare da lontano, e non riusciamo a godere nemmeno del bene.
Non ci curiamo della storia, non ci importa nulla del futuro e viviamo male il presente.
Siamo tutti legati da un filo spesso invisibile e la miseria del mondo è anche colpa nostra.
È colpa nostra se siamo miseri e stupidi.
È colpa della nostra indifferenza.
È colpa della nostra non curanza.
Dico queste cose in modo cinico, le vedo, le penso.
Sono un cinico anch’io, ma sopravvivo alla stupidità.
E cinicamente taccio.

mercoledì 8 dicembre 2010

Canzoni di Natale

Vedrai, staremo bene.
Fidati!
Sarà bellissimo, anche se adesso sentiamo freddo.
Per scaldarci compreremo una bottiglia di whisky al discount e ci saranno anche birra e salatini. Faremo grandi passeggiate lungo i viali, guarderemo le vetrine addobbate con festoni e luci intermittenti. Faremo grandi passeggiate e guarderemo così tante volte le vetrine al punto che non avremo bisogno di comprare nulla. Ci sembrerà di avere tutto quello che vediamo dietro quei grandi cristalli sempre puliti con tutte le cose al loro posto. Ci specchieremo in mondi lontanissimi. Impareremo a memoria gli articoli e i prezzi. Sarà tutto nostro senza spendere un centesimo. E quando la gente comprerà qualcosa dalle vetrine, faremo finta che siano i nostri regali e saremo felici nel guardare i volti soddisfatti di persone sconosciute che escono dai negozi carichi di buste di carta e pacchetti confezionati a dovere.
Diremo “ Visto com’è contenta la signora ? Abbiamo fatto bene a regalarle quel vestito. Lo sapevo, era fatto proprio per lei, l’ho capito subito che sarebbe stata felice con quel vestito. Vecchia babbea! ”
E ci sarà da ridere. Rideremo tantissimo, fidati! Staremo bene. Noi, con le nostre bocche nere e malconce, con quattro denti marci che a stento danno la dimensione delle nostre parole sbiascicate.
Adotteremo anche dei cani, anzi tutti i cani che senza padrone se ne vanno randagi senza meta e senza dimora. Saremo una grande famiglia. Illumineremo a festa la città e balleremo sulle foglie portate via dal vento. Ci lanceremo in giravolte senza fine e ci girerà la testa stando accasciati sui selciati e non ci basterà mai osservare il mondo che ci passa avanti.
Ascolteremo canzoni di Natale suonate da strumenti accordati male, melodie accennate da musicisti improvvisati e senza talento. Avremo un’orchestra tutta per noi. Staremo tutto il tempo nelle piazze e nelle strade al punto che la gente imparerà i nostri volti, diventeremo quasi famosi, diventeremo delle celebrità. Staremo tra la gente e saremo parte di loro. Avremo il nostro posto nella società. Avremo il nostro posto sotto gli alberi e negli angoli bui.
Vedrai, staremo benissimo.

venerdì 3 dicembre 2010

Italiani: popolo di santi, poeti, navigatori e stronzi


Noi si che siamo un popolo di artisti. Noi si che abbiamo un patrimonio culturale inestimabile. Noi si che abbiamo quel non so che, che ci fa così italiani. Così unici! Siamo un popolo di artisti.
L’arte è sempre in evoluzione e l’evoluzione comporta una continua battaglia verso la sopravvivenza della specie, una guerra continua per l’affermazione. Non si tratta di essere potenzialmente il migliore, di avere l’idea più innovativa, di partecipare ad una sfida con tanto di legalità e di regole e nemmeno di sapersi distinguere per merito. Macchè! Noi si che siamo un popolo di artisti. Avvocati, giudici, politici, forze dell’ordine, industriali, liberi professionisti, medici, impiegati statali, meccanici, idraulici, elettricisti, commercianti, showmen, giornalisti, vallette, cantanti, attori e chi più ne ha più ne metta. Tutti artisti.
E un vero artista oggi si sa vendere. Sa che il business è un’arte. L’evasione fiscale è un’arte. Il pararsi il culo è un’arte. Un vero artista è sempre pronto a pugnalare il prossimo per il proprio profitto. Un vero artista sa come essere falso e ruffiano. Un vero artista sa come galleggiare.

mercoledì 1 dicembre 2010

Gioia in La minore

Oggi è un giorno strano, pieno di follia. Pieno di errori senza nessun senso di colpa. Pieno di lamenti, frigna infantili di bambini che ormai hanno la barba e le tette mosce. Pieno di asimmetrie, molte delle quali senza alcun tipo di fascino. Oggi è il giorno dei passanti. Di quelli che sono tra di noi ma che non ci sfiorano ne col pensiero ne con la presenza. Sono solo passanti. Masse di individui anonimi senza ispirazione. Oggi posso anche perdonare il mondo o almeno mi sforzo di non dargli retta. Passo indifferente e non curante nel suo squilibrio quotidiano. Passo tra i passanti e sono convinto di non essere uno di loro. Non mi ritengo migliore, superiore e forse non mi sento meglio di loro. Mi sento differente e indifferente, ecco tutto.
Oggi è un giorno strano. Inaspettato. E questo mi fa sentire bene. Non devo chiedere. Non mi devo giustificare. Non devo chiedere scusa.
Passanti! Poveracci! Miseri che si possono permettere di comprare, di regalare, di giudicare.
Passanti! Miserabili!
Oggi è un giorno strano e la gioia più grande mi viene offerta da una sonata del 700 per flauto in La minore. Note dolci senza spettatori.
Scegliere, decidere, andare. Queste sono cose importanti! Ma i passanti non lo sanno. Lo sapeva bene Mario che a 95anni non ce l’ha fatta a non decidere. A trovarsi solo e malato in un letto d’ospedale ad aspettare la fine. Non ce l’ha fatta ad aspettare, doveva decidere il finale, come in un bel film. Un bel film di 95anni e un finale serio. Niente tragedie. È stata solo una scelta. E non importa se Dio, a quel che dicono, non onora i suicidi.
Onore alle scelte. Onore alla vita. Onore alla libertà.
Forse l’unica cosa seria della vita è la morte.