É colpa mia
se siamo diventati indifferenti
più poveri più tristi e meno intelligenti
É colpa mia
che non mi curo delle tue speranze
forse perché delle idee non so più che farne
É colpa mia
non ci avevo mai pensato
É colpa mia
non presto mai troppa attenzione
É colpa mia
perché non prendo posizione
É colpa mia
mi crolla il mondo addosso
se ci penso non me ne frega niente
É colpa mia
ho aperto gli occhi all'improvviso
e ho visto te e nessuna spiegazione
soltanto quando è troppo tardi
ti ricordi ch'è tutto vero
É colpa mia
ho aperto gli occhi all'improvviso
e ho visto te e nessuna spiegazione
Figlio mio
ci pensi, un giorno tutto questo sarà tuo
Neppure se ti vedo piangere riesco ad essere felice
Neppure se ti parlo veramente
quando ti dico che per me non conti niente
Neppure tu
É una vita spesa male
ma tanto ormai è finita e lo sai
Perché è finita
era un autunno mentre l'inverno si avvicina
É colpa mia
se siamo diventati indifferenti
più poveri più tristi e meno intelligenti
Perché non mi curo delle tue speranze
É colpa mia
se siamo diventati indifferenti
per piccoli egoismi e altrettante bugie e nessuna spiegazione
É colpa mia
che non mi curo delle tue speranze
per piccoli egoismi e altrettante bugie e nessuna spiegazione
Figlio mio
ci pensi, un giorno tutto questo sarà tuo
( Il Teatro Degli Orrori / A Sangue Freddo 2009 )
Il cinismo è un’arte e serve alla sopravvivenza. Siamo tutti un po’ più lucidi, più decisi, calcolatori del tempo e dello spazio. Sappiamo finalmente dove muoverci, come difenderci ma abbiamo perso la fantasia e lo spirito.
Il cinismo a regola d’arte ci facilita la convivenza. Sappiamo tutti dove muoverci e con chi, sappiamo dove andare e cosa aspettarci ma abbiamo perso il nostro spazio libero. Abbiamo perso l’indefinito. Abbiamo tutti le facce un po’ più truci e meno rilassate. Siamo sempre sul chi va là. In fondo il cinismo non è per tutti, ma nemmeno le emozioni forti lo sono.
Non sappiamo più che fare delle idee, della bellezza, dell’anima nascosta, delle ispirazioni. Dobbiamo arrivare alla fine del mese.
Dobbiamo produrre.
Essere produttivi.
Dinamismo!
E invece sembra che siamo noi stessi dei prodotti di questa società concorrenziale. Potrebbero metterci negli scaffali del supermercato, nei banchi frigo dei surgelati, sui tavolacci dei macellai, umidi e insanguinati; nessuno noterebbe la differenza. Userebbero tutti lo stesso cinismo e l’indifferenza di sempre.
Forse qualcuno è cinico e indifferente e invece crede di usare bon ton, educazione, di avere anche classe, stile.
Forse non sa di essere solo un idiota. Siamo fragili e non ci piace rischiare. Ci interessiamo alle cose che non fanno male, a quello che possiamo guardare da lontano, e non riusciamo a godere nemmeno del bene.
Non ci curiamo della storia, non ci importa nulla del futuro e viviamo male il presente.
Siamo tutti legati da un filo spesso invisibile e la miseria del mondo è anche colpa nostra.
È colpa nostra se siamo miseri e stupidi.
È colpa della nostra indifferenza.
È colpa della nostra non curanza.
Dico queste cose in modo cinico, le vedo, le penso.
Sono un cinico anch’io, ma sopravvivo alla stupidità.
E cinicamente taccio.
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