In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.
Sentivo la mia terra
vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.
Libertà l'ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.
Libertà l'ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.
E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.
Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.
( Fadrizio De Andrè / Non al denaro, non all’amore ne al cielo 1971 )
Mi bruciano gli occhi perché non ti vedo
E ora rimane solo terra arsa e pietre e polvere
E più mi allontano e meno sento di aver capito qualcosa
E più mi allontano più nel petto si confondono i miei dolori
Non toglietemi mai quella voce roca
Quel ridere rauco
Quello sguardo deciso
Non toglietemi nulla di tutto ciò
E poi mi fu tolto
Fa male chiamare le cose ricordi
Fa male non avere rimpianti
Fa male suonare senza avere nessuno che bada alle tue povere note
Fa male cercare di spiegare le tue povere note
Fa male e ci si abitua
Fa male abituarsi al dolore
Tanto che non te ne accorgi nemmeno
Tanto che non senti più niente
Solo le tue quattro inutili note
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