sabato 22 dicembre 2007

1














Lucio Fontana



1uno
Difficile da mantenere
Difficile da inseguire
Difficile da conquistare
Per me è difficile essere uno
1uno è la linea
La mia linea
La mia identità
Sopra ogni cosa
Attraverso ogni cosa
Al di là di tutto
Superando tutto
Il bene e il male
Tra oro argento e mercurio
Assorbire l’umanità in tutte le sue forme e sfumature
In tutta la sua bellezza e le sue brutture
Nella sua ricchezza che è un passaggio irripetibile
In tutta la sua miseria che è un travaglio senza tempo
1uno
Tutto in 1uno
Imparare a fare le sottrazioni
Arrivare a 1uno
Essere semplici
Essere se stessi
Nonostante le maschere
Le false necessità
La corruzione
1uno
Niente da perdonare
Niente da giudicare
Niente da farsi perdonare
1uno
Puro
Unico
Semplice
Complesso da spiegare
Impossibile da dividere
Troppo facile da moltiplicare e da confondere
1uno
Puro
Unico
Io
Tu
Il mondo
Il niente
1uno
Qualsiasi cosa ti possa capitare
È solo un calcolo, un gioco di numeri, un multiplo superfluo di 1uno
1uno e tu lo sai
1uno
Il nucleo
L’essenza
La linea guida
Il taglio che attraversa la vita
Il taglio che è il senso di tutto
1uno
Al di là di tutto
Nessuna giustifica
Ogni complicazione può solo far male
Come sporcare la purezza
Nessuna scusa
Anche se non ho capito bene
Se è poco chiaro
1uno
È
1uno
Lo sa
Lo sa anche per me
Anche se non lo vedo
1uno anche dopo di me
Sicuramente anche prima di noi
1uno
Mentre si gioca con i multipli, con i limiti della vita, con gli eccessi, gli abusi, le decorazioni, le parole, la confusione, le manifestazioni, le ingiustizie, la carità, il nuovo che avanza, la storia che ritorna romantica, il futuro sempre più incerto
1uno
L’unico
Senso
Intrinseco
Innominabile
Intangibile
Dentro tutto
Motore delle cose
1uno
Instancabile
Perpetuo
Sempre con me
Come un’idea senza parole
Come una spinta senza direzione
1uno
Puro
Unico
Invisibile
Più vero del vero
Più fine dell’aria
Come un taglio nel vuoto
1uno

venerdì 21 dicembre 2007

Tina Modotti


martedì 18 dicembre 2007

Il suonatore Jones




In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.

Sentivo la mia terra
vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.

Libertà l'ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.

Libertà l'ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.

E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.

Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.

( Fadrizio De Andrè / Non al denaro, non all’amore ne al cielo 1971 )


Mi bruciano gli occhi perché non ti vedo
E ora rimane solo terra arsa e pietre e polvere
E più mi allontano e meno sento di aver capito qualcosa
E più mi allontano più nel petto si confondono i miei dolori
Non toglietemi mai quella voce roca
Quel ridere rauco
Quello sguardo deciso
Non toglietemi nulla di tutto ciò
E poi mi fu tolto

Fa male chiamare le cose ricordi
Fa male non avere rimpianti
Fa male suonare senza avere nessuno che bada alle tue povere note
Fa male cercare di spiegare le tue povere note
Fa male e ci si abitua
Fa male abituarsi al dolore
Tanto che non te ne accorgi nemmeno
Tanto che non senti più niente
Solo le tue quattro inutili note

lunedì 17 dicembre 2007

Il suonatore d’ossi



Il suonatore d’ossi se ne sta fermo sul bordo del mondo, a contare i centesimi, ad aspettare la luna, cercando di non sentire il freddo, cercando di non fare sentire il suo silenzio…così ricomincia a suonare.
Batte colpi su strumenti improbabili, soffia il suo respiro in flauti bianco sporco, alza cenere da sotto i piedi e brilla gli occhi attraverso una nuvola grigia che sa appena di morte…e suona, suona per coprire il silenzio, per alleggerire le parole seminate a vanvera nel vento.
E il vento soffia forte e porta con se il mendicante sul suo nuovo carro d’argento, accompagnato dalle bambine cattive, svezzate subito, piene di voglie e sazie di niente.
Ancheggiano eleganti, lui con gli stracci messi a nuovo, quelle altre con gli occhi carichi di orgoglio.
Le caramelle si pagano
Ogni gioco nuovo ha le sue regole
Costa caro rinunciare
La felicità ha sempre un prezzo
La dignità muore sotto un sorriso
Come animali alla moda si ubriacano di colori che non hanno avuto mai
E vanno avanti e indietro, con gli occhi lucidi e nelle tasche teste di galline appena sgozzate.
Poi svaniscono con le loro idee malate, sempre convinti di stare in testa al mondo
Suonano ancora gli ossi
E il suonatore gli dà giù più forte
Suona gli ossi, i ricordi, quello che la materia porta con se, che lui sa trovare e dare voce…anzi suono
Suona per restituire qualcosa al mondo
Come fosse la sua offerta sacrificale
L’ultimo sforzo per cui la sua vita abbia senso
Poi trova un buco sulla tempia
Si gratta un pensiero e con l’unghia ad uncino rotola nel cranio…
Il vento gli soffia dentro e il suonatore scompare per sempre
Non rimane altro che un cumulo d’ossa suonanti cadute male in un vello scuro
Un suono e niente più
Un suono che riecheggia ogni volta che c’è vento

Il re dell’ovvio ( pensierini )





Il sole è luminoso
Il prato è fiorito
L’albero è alto
La neve è fredda
La casa è grande
La mamma è bella
Il babbo è forte
La maestra è brava
Il cane è fedele
La playstation è nuova

Forever young
























May God bless and keep you always,
May your wishes all come true,
May you always do for others
And let others do for you.
May you build a ladder to the stars
And climb on every rung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.

May you grow up to be righteous,
May you grow up to be true,
May you always know the truth
And see the lights surrounding you.
May you always be courageous,
Stand upright and be strong,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.

May your hands always be busy,
May your feet always be swift,
May you have a strong foundation
When the winds of changes shift.
May your heart always be joyful,
May your song always be sung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.


( Bob Dylan / Planet waves 1974 )


Non avremo mai voluto smettere di credere di avere 20anni
E fare i conti alla rovescia
Guardare le scadenze, tirare somme su somme, e guardare annoiati i sorrisi della gente
Non avremo mai immaginato che certe cose diventassero perdita di tempo
Non avremo mai voluto essere schiavi proprio del tempo
Non avremo mai voluto contarci gli anni
E finire ad amare le storie altrui, i figli del vicino, il sabato in TV, la domenica sul divano.
E viziare animali maliziosamente fedeli, ammazzare hobby per poi buttarli in garage seppelliti in scatoloni anonimi, buoni solo a prendere polvere.
Non avremo mai voluto guardarci allo specchio e vedere la nostra faccia gonfiarsi, la pelle cambiare aspetto, vederla incavarsi o pendere senza controllo, e i nostri occhi perdere luce e voglia.
Pensare casomai ad un ritocco, una cura, un amante più giovane o un viaggio al merito.
Questo è quello che non dite
Che non vi sentite di dire
Quello che è troppo difficile da ammettere
Troppo difficile quando non ci si fa più domande per darsi delle risposte, ma si salta direttamente alle conclusioni, banali e di convenienza, vestite di coraggio e praticità.
Questo è quello che non vi dite e che non vi vorreste mai sentire dire
Spero sempre…
Per non guardare le battaglie ragionando sulle vittorie e sulle sconfitte
Aspettando che ne venga un’altra

May you stay forever young

sabato 8 dicembre 2007

On / Off


Una pillola per andare oltre, una per un passo indietro, una pillola per me e una contro me stesso…
Ingoiare una pillola e sentirsi un nodo alla gola e un esplosivo pesante nello stomaco, che prima o poi arriva. E poi andare troppo veloce per capire il momento e pensare sempre ai 10 secondi appena passati, con quelli successivi che si accavallano e poi il panico e poi ridere a non finire e tornare seri quando il mondo è una visione bizzarra e grottesca. Avere le dita di burro e la forza di un comatoso, poi lo scatto lucido per prendere qualcos’altro, con il volto deciso e un ghigno famelico.
Pillole color pastello, dall’aspetto farmaceutico e innocuo. Amici fantasmi che passeggiano come corvi vestiti chic, e domande lette sopra i labiali sempre meno comprensibili.

On Off > Acceso
On Off < Spento

On Off On Off On Off On Off

Una pillola per soffrire diversamente, per prendere in giro il suicidio con il sonno, per non spiegare niente a nessuno, perché non c’è più niente da spiegare, ne da raccontare.

On Off

venerdì 7 dicembre 2007

Jaco Pastorius

No icon





No icons
No idols
No religions
No heroes
True love
Wasted love

Torre medievale



Sulla torre medievale c’è una luce accesa, una mansarda con un salotto, una vetrata che si affaccia nella sera con un giro di 360 gradi, che guarda i vicoli autunnali sapidi di umidità e foglie colorate, con mura antiche e cipressi alti e sicuri.
C’è una figura che si muove fluida come in un pezzo jazz, che ora prende un buon bicchiere di vino e si siede sotto il mobile di una libreria. Trova un pacchetto di sigarette e dei pensieri sparsi in solitudine.
C’è un appuntamento imprevisto che non sa di attesa e un’aria allegra che mette tutti i pezzi del puzzle al loro posto; e un pianoforte di mezzanotte che strimpella e batte i vetri come a dire che non è mai tardi, mentre i marinai senza nave vanno a dormire con una birra di troppo e i cani senza padroni vagabondano ancora sotto la luna.
Sulla torre medievale c’è un sogno di pace dopo una giornata di lavoro e un cielo scuro che non fa paura, anche se forse verrà a piovere, mentre fuori il mondo è uno schifo e non ci si può permettere il lusso di essere sinceri a meno che non si decida di essere scomodi…

giovedì 15 novembre 2007

Di a da in con su per tra fra




Di noi potranno dire tutto…sai, poi… a chi interessa sapere la verità? Siamo tutti chiusi in un egoismo che ci fa stupidi e contenti. Ognuno con la propria idiozia, quella bellezza relativa, quel so io com’è, se ne va camminando alzando gli occhi su questo e quello, sentendosi il più vero. Vorrei per una volta chiarirmi vita mia, che lo so già com’è, che non mi devo preoccupare, darti del tu e dirti che tra di noi non è mai stato un gioco, anche se l’ho fatto a posta. Ma io non sono bravo a farmi capire, sbaglio e ci rido sopra, faccio bene e voglio di più, sogno e non so mai se mi sono svegliato. Lei non mi capirà mai, lo so. Io non ci provo a capirla anche se già so come va…ma noi lo sappiamo che fra il bene e il male vale la pena di provare.

mercoledì 14 novembre 2007

Orange Rolls, Angel's Spit ( inferno musicale pt 3 )




she got you, got you good
didn't have a chance
pretty lady put you in
where had messed again [?]

oh baby don't you know
you're livin' on the death
you better stay away
if you wanna live

lalalalalalalalalaaaaaah
lalalalalalalalalaaaaaah

every time you turn around she is making up with you and down below

oooh sugar pie
mmm come on
chocolate spot

she gotta gotta go
don't you even know
she looks into your eyes
angels wanna go [?]


she takes the long stride
leave your mind again
don't worry you are fine
living with a mess

lalalalalalalalalaaaaaah
lalalalalalalalalaaaaaah

every time you turn around she is looking up at you and down below

sugar crick
candy tic
orange rolls
angel's spit

what you got has got you good
don't you even try
come on if you could
you would surely die

you don't don't you know
you don't even know
come on sugar tic
you all got to go

lalalalalalalalalaaaaaah
lalalalalalalalalaaaaaah

every time you turn around she is looking up at you and down below

come and die
chocolate spot
sugar
don't you know
deep in my heart
saying g'bye


( Sonic Youth / Dirty 1992 )


Gli alberi barcollano al vento
La terra è calda, e dalle sue viscere sale come un rantolo primordiale un grosso rumore che rompe la superficie…
Se ne vanno! Se ne vanno!
Scappano via gli animali con il sangue agli orecchi. Mugugnano paura fino vomitare le budella.
Un orgia di serpi impazzite sbava gli ultimi istanti fino ad affogare.
Cadono tutti i frutti migliori nel campo d’ortiche e bruciano tutte le torte nei forni della domenica mattina.

Gli occhi non hanno più niente da dirsi

Le strade si allungano
Si perdono tutti i perché
Le domande sono superflue
I folli corrono a mo’ di corsa del sacco senza inciampare mai
Io muovo il capo al cielo e non ho paura
Forse sono più pazzo di loro…

Gli occhi non hanno più niente da dirsi

I commenti sono solo perdita di tempo
Le parole inutili
Rotolano le arance assieme ai teschi
Un angelo sputa a terra e prova la sua tromba
Un attimo di celestiale nell’inferno musicale

Il mio cuore è tutto per quel suono

Gli occhi non hanno più niente da dirsi
E non soffrono per questo

martedì 13 novembre 2007

Hieronymus Bosch ( inferno musicale pt 2 )


Arte è anticipare il futuro vivendo a pieno il presente e interpretando il passato.

domenica 11 novembre 2007

Kalasnjikov ( inferno musicale pt 1 )





Mormora l’aria di attesa,
di gente imbalsamata sulle sedie,
di ritardi previsti e volti inattesi…
Voci
Cellulari
Urla
Bambini annoiati senza zucchero filato
Bambini felici sulle spalle di papà
Le file si allungano e s’incrociano, tutti in cerca del posto migliore.
Disarmonico caos che prende fiato e si accorda come una grande orchestra prima dell’inizio dell’Opera
Gli archi vincono il frastuono e la bacchetta batte un imperativo
Silenzio!
Poi le luci
La folla è quasi muta

Carica!!!

Boom, boom, boom, boom

Esplode il palco
È l’uomo venuto dai Balcani
Vestito di elegante candore, con la faccia simpatica e le rughe da povero diavolo

Boom, boom, boom, boom, boom
Boom, boom, boom, boom, boom

E urla, canta, suona e beve whisky a non finire
Resta seduto nel suo completo bianco e sbatte i piedi, i bicchieri e la musica in piena libertà

Boom, boom, boom, boom

Esplodono i fiati come i cannoni sulle montagne
Sparano come i fucili nelle città disarmate
Un pensiero al sangue versato
Un pensiero al presente e uno al futuro

Boom, boom, boom, boom, boom
Boom, boom, boom, boom, boom

Esplode il palco con tutta la banda
Carica l’uomo grancassa col suo punteruolo di ottone e il suo ritmo folle
Bucano l’aria le voci delle coriste, addobbate in un indecifrabile costume tradizionale

Boom, boom, boom, boom

Un altro giro
Un altro bicchiere
Un brindisi al sangue versato
Un brindisi al presente e uno al futuro


Boom, boom, boom, boom, boom
Boom, boom, boom, boom, boom

Esplode la folla
Si svuotano le sedie
Impazziscono i vecchi e ballano e saltano più dei ragazzini
Si rompe il rigore
Vince il ritmo su tutto e su tutti
Vince la musica sui fucili
Follia contro follia

Boom, boom, boom, boom

Esplode la piazza
Ancora un urlo dal palco
Tutti vanno via col sorriso sulla bocca e nella orecchie musica sopravvissuta all’inferno della guerra

Grazie Mr. Goran Bregovic

domenica 28 ottobre 2007

Asleep






Sing me to sleep
Sing me to sleep
I'm tired and I
I want to go to bed

Sing me to sleep
Sing me to sleep
And then leave me alone
Don't try to wake me in the morning
'Cause I will be gone
Don't feel bad for me
I want you to know
Deep in the cell of my heart
I will feel so glad to go

Sing me to sleep
Sing me to sleep
I don't want to wake up
On my own anymore

Sing to me
Sing to me
I don't want to wake up
On my own anymore

Don't feel bad for me
I want you to know
Deep in the cell of my heart
I really want to go

There is another world
There is a better world
Well, there must be
Well, there must be
Well, there must be
Well, there must be
Well ...

Bye bye
Bye bye
Bye ...

( The Smiths / Louder than bombs 1987 )



Ho in mente mille cose, mille idee, mille possibilità davanti agli occhi e molte ancora che si nascondono. Mille motivi per fare qualcosa, mille canzoni, melodie e ritmi che mi elettrizzano e mi fanno interpretare tutto. Mille motivi e un motivetto scanzonato che mi confonde tra la folla. Un punto di luce che trema in lontananza che mi guida e poi si spegne come l’ultimo pixel che brucia nel mezzo di uno schermo. Un’idea precisa che si lascia andare. Dal bianco dorato al rosso al buio.
Giorni che dormo poco e male. Una vita che mi maltratto così e penso sia normalissimo. Cerco di non dare nessuno spazio al dolore, mi perdo nei vuoti e mi riempio lo stomaco e l’anima di dolce dolce e salato salato.
Poi ho voglia di addormentarmi col pensiero che domani vada meglio ( … che bello essere ottimisti e scrivere cose un po’ tristi e che forse possono fare pensare… ).

Giaciglio
Rifugio
Ponte dimensionale
Salvezza
Condanna
Al riparo
Massima fragilità

Don't feel bad for me
I want you to know
Deep in the cell of my heart
I will feel so glad to go


Piano
Piano
Fate piano
Non vi affannate
Nessuno tocchi nessuno
Silenzio
Fate piano
C’è un mondo migliore
Ci deve essere
È dentro di noi
Adesso dorme e c’è chi chiama
Adesso è sveglio ma non c’è nessuno

Don't feel bad for me
I want you to know
Deep in the cell of my heart
I will feel so glad to go


Piano
Piano
Fate piano
Ho visto una luce che non è una luce
Un volto muto che sa tutto
Un nome che non ha indirizzo
E c’è una musica per i sordi e uno specchio per tutti i ciechi
Piano
Piano
Non vi affannate

giovedì 18 ottobre 2007

Insignificante





Nessun posto sembra sicuro…
Ma io sono il mio posto, la mia casa viandante, le mie scarpe preferite si adattano alla meglio al peggio, la mia espressione stupida è la mia carta di credito per tutti, e tutti sono convinti della mia identità.
Mando via i soliti balordi e rimango a giocarmela con altri pazzi che sono solo bambini cresciuti in fretta, che di giorno si vestono da uomini e donne e la notte si spogliano sotto la pioggia e ritornano alle sembianze di orchi, fate, cavalieri, folletti e stregoni.
Ecco l’angelo grasso con le ali di cera…
Insignificante è il suo modo di fare, come il loro e il mio.
Subdolo e avido guadagna il suo tempo con modi nervosi e si sazia di piccolezze e parole ripetute fino alla noia in una sola frase, per poi ripetere le stesse frasi e ammutolirsi d’un colpo perché non sa cosa dire. Lo straniero mi avverte amichevolmente, nascondendosi dietro l’angolo da cui ci osserva, senza mai dare nell’occhio.
Poi si avvicina e mi suggerisce la tecnica della lotta, i colpi e le pose dall’alto dei suoi 2 metri magri come un legno, e mi sussurra i trucchi con la sua bocca senza denti e fa una magia, un malocchio tutto suo, girando intorno ai bifolchi in camicia, alzando il braccio al cielo, con la mano monca di un dito stende il segno delle corna e semina il suo gesto tutto intorno.
“ io sono il più grande maestro delle galassie di andromeda!!! ” urla…
Io, maldestro e soddisfatto, mi allontano con le mie perdite per accendermi una sigaretta da malato professionista.
Rollo il mio tabacco dolce mentre la fata drogata fa finta di stare bene; lei sorride sempre perché forse pensa che potrebbe andare peggio e si china con noia nella sua cella di plexiglas.
Insignificante?
Insignificante se ne sta lo stregone che mi legge con uno sguardo la vita e il mio perché, mi spiega il mondo e si perde in un aggettivo; poi pensa alla sua arte e mi congeda perché non vede il mio carattere.
Sono una nuvola misteriosa a cui non piace la luna piena, dice…
Sarà…penso io…e un po’ sono d’accordo…
Insignificante è più di tutti il volto dell’uomo nuovo, che non si sa da dove sia arrivato ma che ha costruito il suo regno in un tempo troppo breve. Dice sempre di non capire e invece capisce molte cose e sa tutto di tutti. La sua è la maschera più pericolosa perché sembra innocua, ma col maltempo si vede un riflesso che divide le orbite degli occhi dal resto, e proprio in questo momento devo far finta di non guardarlo, perché in realtà lo vedo benissimo, come vedo benissimo tutti gli altri, come mi ha visto bene lo stregone, ma non vedo te.
Insignificante me ne torno alla mia nuvola.
Insignificante cerco di affogare.
Insignificante cerco un sogno che non va interpretato ma solo sognato.

mercoledì 17 ottobre 2007

Non avere paura





Non importa se pensi di essere alla fine
Potrebbe essere l’inizio
Oppure un punto incognito nel mezzo di qualcosa che non riesci a capire
Non importa cosa pensi
Non importa cosa sai fare
Quante persone hai conosciuto
Cosa ti sei lasciato dietro e cosa pensi del tuo futuro
Non pensare…
Non importa da dove vieni
Importa solo chi sei veramente

Non avere paura di lasciare qualcosa fuori posto dopo aver sistemato tutto
Non avere paura dell’imperfezione
Non avere paura di finire con uno scarabocchio la tua linea più bella
Non avere paura di fare un lungo viaggio
Di trovare le persone giuste nel posto sbagliato
E di trovare il senso della tua vita aspettando un caffé che sembra non arrivare mai

Non avere paura che sia la fine

Non avere paura di ricominciare daccapo
Di buttare carte al vento e di mostrare umiltà e fierezza allo stesso tempo
Non avere paura di scalare una montagna
Ne dei mari più profondi
Non avere paura di perderti in un colore
Non avere paura di una distrazione

Chiudi gli occhi e fai un bel respiro prima di tornare in superficie

Non avere paura di mostrarti come non vogliono
Non avere paura di te stesso
Non temere nessuno
Nessuno toccherà la tua anima, la tua essenza
Non avere paura di rimanere in silenzio
L’incomprensione è un errore che appartiene a tutti noi

Non avere paura di tenere un segreto per te

Non avere paura del tempo che passa
Non avere paura degli incubi
Non avere paura di amare
Anche se perdi
Non avere paura di rischiare
Non avere paura di perdere

Vinci te stesso

lunedì 15 ottobre 2007

8 6 5

“ L’8 iniziale indica l’equilibrio, una persona equilibrata, ma con grandissimi conflitti interni che vive quotidianamente. Il 6 è il numero della massima negatività. Il male vero. Il 5 è il suo opposto. La positività, il bene che contrasta il male.
Questa persona vive tra il bene e il male come nessun altra persona, è sempre sul filo, tra il bianco e il nero, tra la luce e le tenebre. Fortunatamente la sua ricerca d’equilibrio gli fa scegliere sempre il bene, ma se la sua scelta ricadesse sul male, sarebbe una catastrofe. Il male potenziale che c’è in questa persona è grande e indicibile. Fortunatamente per noi, non sta vincendo il male in lui, ma la sua è una lotta continua e dura. ”

giovedì 11 ottobre 2007

The dust blows forward 'n the dust blows back



There's ole Gray with 'er dove-winged hat
Threre's ole Green with her sewing machine
Where's the bobbin at?
Tote'n old grain in uh printed sack
The dust blows forward 'n dust blows back
And the wind blows black thru the sky
And the smokestack blows up in suns eye
What am I gonna die?
Uh white flake riverboat just flew by
Bubbles popped big
'n uh lipstick Kleenex hung on uh pointed forked twig
Reminds of the bobby girls
Never was my hobby girls
Hand full uh worms and uh pole fishin'
Cork bobbin' like uh hot red bulb
'n uh blue jay squeaks
His beak open an inch above uh creek
Gone fishin' for a week
Well I put down my bush
'n I took of my pants 'n felt free
The breeze blowin' up me 'n up the canyon
Far as I could see
It's night now and the moon looks like uh dandelion
It's black now 'n the blackbird's feedin' on rice
'n his red wings look diamonds 'n lice
I can hear the mice toes scamperin'
Gophers rumblin' in pile crater rock hole
One red bean stuck in the bottom of uh tin bowl
Hot coffee from uh krimpt up can

Me 'n my girl named Bimbo Limbo Spam


( Captain Beefheart / Trout Mask Replica 1969 )


Giornata ruvida, umida di sensazioni, che ti porta ad andare fuori, e seguire il vento e i suoi fili dorati
Clep
Colori solidi su cui vorresti mettere le mani per modellare fregi
Clep
Mani che si fanno spugne, che ingorde vogliono assorbire e tingersi
Clep
Come in un gioco
Clep
Per sentirsi vive
Clep
Dita come spatole, con unghie che graffiano sul grasso e disegnano linee fantastiche e sognanti
Clep
Che non hanno direzione
Clep
Linee che le senti sulla pelle come un massaggio
Clep
Profumo di caffé
Clep
Profumo mmm… di colazione al forno
Clep
Contrasti quotidiani
Clep
Momenti piacevoli e morbidi
Clep
Attacchi isterici e scellerati
Clep
Poi troppi caffé
Clep
Nervoso per niente, ma pur sempre troppi caffé
Clep
Tam-Tam interrotti da echi di altri Tam-Tam di un unico formicaio umano
Clep

Tam-tam
Tram Tram
Blem Blem

Clep
Ancora caffé
Clep
Giro, rigiro, vado di qua e di là
Clep
E tu lo stesso
Clep

Incroci, circostanze, casualità
Clep
Intrecci infiniti dove camminare
Clep
Che ingrossano le maglie fino a inghiottirti
Su e giù ma non ne esci
Su e giù
Clep
Un attimo e sei fuori
Un attimo e non sai quanto dura
Clep
Poco
Pochissimo
Clep
Ti vedo
Clep
Sono di nuovo tra i filamenti
Clep
Cerco di uscire e tu non ci sei più
Clep
Sei dentro!
Crashhhhhhhh…...










martedì 9 ottobre 2007

Flashback



A volte ritornano
A volte sono i fantasmi del passato e non fanno paura
E più che fantasmi sembrano sopravvissuti malconci
Oppure come lampi che infrangono le barriere dimensionali, vengono dal futuro, come strane anticipazioni
A volte ritornano e non vuoi sia così
Perché pensavi di aver dimenticato, pensavi che il tempo aveva fatto il suo dovere, ma lo spazio poi, ti ha tradito di nuovo
A volte ritornano ed è un piacere
Anche per poco, magari…
Ma meglio così
Poi ti accorgi che non ritorna proprio niente
È solo apparenza
Si, ritornano, vengono, non sanno cosa dire o sono troppo sicuri di se
Ritornano e non sai cosa dire
Cosa sentire
Freddo caldo stupore indifferenza gioia cinismo scusami ho da fare altro
A volte ritornano con la marea alta
E sono solo relitti inutili che non devi permetterti di guardare con nostalgica attenzione
A volte ritornano solo a metà
Metà di quello che era, che doveva essere e che aveva senso allora
Non c’è nulla di triste in tutto questo
È soltanto patetico non accettare le cose anche se fa male
A volte ritornano
Ma solo a metà
E se ne vanno col niente addosso, che pesa più di ogni sconfitta, più di tutto
Col niente addosso come cani scemi in cerca di padroni
Col niente addosso, dentro, sotto i piedi, sotto braccio
Col niente addosso e non è una bella vista
Un brivido mi scuote
Mmm… no, no…
Non è niente
Niente

sabato 6 ottobre 2007

Gold Cross

domenica 30 settembre 2007

Il vuoto

Non so da che parte cominciare
ENIF al ivort is ertap ehc ad os noNon so da che parte si trovi la FINE
E manco m’importa!
TUTTO diventa pesante, NIENTE invece conquista importanza, CREDITO, nulla è più affascinante.
Madame Routine mi guarda dall’alto della sua spavalda sicurezza, fumando una sigaretta e tirando d’un fiato tumbler di whisky senza ghiaccio, senza soffrire il bruciore dell’alcol, senza sudare emozioni, mi guarda, mi scruta. Poi fa un cenno al croupier senza un occhio e riempie l’aria di grigio-blu e monossido di carbonio. Fa una smorfia di sdegno, chiede altro whisky e scompare in una porta di perline rosse e bianche, vecchie di almeno 50anni ma che per lei possono durare ancora una stagione.
Un’altra stagione se ne va, un’altra viene e speriamo bene.
PUNTUALMENTE ho sbagliato previsioni, molte cose sono successe, molte no, molte sono arrivate tardi o hanno sbagliato indirizzo e il mio è sempre quello da troppo tempo.
Ho sbagliato previsioni e si affaccia l’autunno, un temporale sorprende la mia t-shirt e mentre tutti SCAPPANO sorrido e mi bagno.
Tra la folla vedo il Professor Rammarico, fallito di professione e menagramo per indole, con cui ho litigato a morte perché ho la faccia con troppi sorrisi, tendente al poco serio e al frivolo, col mio pensiero più bello altrove e la felicità nel terzo occhio.
La strada si svuota
La folla aspetta lo stress di domani
L’aria si fa buia
Il cielo scompare nel viola
Lo spazio si fa comodo e solitario
Assorbo invasioni barbariche senza filtro fino all’orlo, poi non ce la faccio più.
Devo svuotarmi
La città, i palazzi, gli occhi, le prospettive di piani regolatori sballati, vite quotidiane confuse convinte di aver vinto sulla loro storia, giochi di società incompleti, Monopoli con IMPREVISTI e PROBABILITA’ uguali identiche , Risiko con troppi carri armati, Nazioni illegali e Democrazie fantasma.
La loro saggezza arresa e il mio sogno di vita natural durante morente e fiero.
Ciclicamente, ma con distanze irregolari, arriva il momento di trovare il vuoto.
Il vuoto di un giorno senza ispirazioni.
Il vuoto di un blog che per ora sembra l’unica forma di scrittura che riesco a tirar fuori da me.
Il vuoto di una notte insonne, con l’anima che si strazia in silenzio, si fa a pezzi, si strappa gli occhi e la pelle e poi magicamente si da forza e coraggio.
Il vuoto di un cuore intossicato da una vita malsana, che cede spazio alla pietra.
Il vuoto dei polmoni che tirano e sbuffano cenere.
Il vuoto dell’insoddisfazione che mi spinge a trovare la perfezione e la bellezza intrinseche delle cose.
Il vuoto positivo.
Il vuoto sinonimo di leggero, puro e intoccabile.
La potenza della non materia.
Ho bisogno di svuotarmi e di svuotare le cose. Levare il grosso inutile per capire ciò che appartiene alla mia realtà.
Riparto sempre da zero. E meno cose ti porti addosso meglio è.
I viaggi vanno affrontati con bagagli minimi e il cervello libero.
Allora s-vuoto
S-vuoto i volti delle persone, li privo della loro storia e li affronto nella pura quotidianità.
S-vuoto gli sguardi, per primo il mio, per vedere dietro gli specchi.
S-vuoto le domande che sono come matrioska , piene di pensieri e doppi sensi, più piccola è la bambola più cattiva è la domanda.
S-vuoto le risposte che devo dare e che mi danno.
S-vuoto l’ordine costituito delle vostre istituzioni che chiamate personalità, personaggi, persone, e affanculo piano piano, uno alla volta, non spingete, senza affanno, ci siete tutti.
S-vuoto il paesaggio, correndo il più possibile, cercando l’orizzonte opposto.
S-vuoto il crimine della vostra saccenteria con la mia beata ignoranza.
S-vuoto il lavoro del suo peso sconfitto con brillante dinamismo.
S-vuoto le tasche e non ci trovo molto.
S-vuoto le mani, batto via la polvere, levigo le linee e le rughe, e le rimetto in tasca perché non ho nessuno da accarezzare.
S-vuoto il cuore con un crampo e un respiro affannato.
S-vuoto la mente da tutte le patologie, da tutte le incomprensioni, e diventa una camera oscura.
Sviluppo una foto di quello che non vedi, fatta di bianco lucido senza figure o linee.
E non te la mostrerò mai, perché lo so che non ci credi e poi mi dici che non c’è nulla da vedere.
Quello è il vuoto.

venerdì 24 agosto 2007

Cosmia





When you ate I saw your eyelashes
Saw them shake like wind on rushes
In the corn field when she called me
Moths surround me, thought they'd drown me

And I miss your precious heart
And I miss your precious heart

Dried rose petal, red brown circles
Framed your eyes and stained your knuckles
Dried rose petal, red brown circles
Framed your eyes and stained your knuckles

And all those lonely nights down by the river
Brought me bread and water, water in
But though I tried so hard my little darling
I couldn't keep the night from coming in

And all those lonely nights down by the river
I was brought my bread and water by the kith and the kin
Now in the quiet hour when I am sleepin'
I cannot keep the night from comin' in

Why've you gone away
Gone away again
I'll sleep through the rest of my days
If you've gone away again
I sleep through the rest of my days
And I sleep through the rest of my days
And I sleep through the rest of my days

Why've you gone away, away
Seven suns, seven suns
Away, away, away, away

Can you hear me, will you listen
Don't come near me, don't go missing
In the lissome light of evening
Help me, Cosmia, I'm grieving

And all those lonely nights down by the river
Brought me bread and water, water in
But though I tried so hard my little darling
I couldn't keep the night from coming in

And all those lonely nights down by the river
I was brought my bread and water by the kith and the kin
Now in the quiet hour when I am sleepin'
I cannot keep the night from comin' in

Beneath the porch light we've all been circling
Beat our dust hearts, singe our flour wings
But in the corner, something is happening
Wild Cosmia, what have you seen

Water were your limbs, and the fire was her hair
And then the moonlight caught your eye
And you rose through the air
Well, if you've seen true light, then this is my prayer
Will you call me when you get there

And I miss your precious heart
And miss, and miss, and miss
And miss, and miss, and miss, and miss, and miss your heart
But release your precious heart
To its feast, for precious hearts


( Joanna Newsom / Ys 2006 )


Di che cosa è fatta la vita?
Come si guarda?
Che forma ha?
Non c’è, credo, nulla di lineare, nonostante mi sforzi di portarla per mano, lei mi sfugge quando meno me l’aspetto e mi porta via verso campi inediti e sobborghi dove miseria e genio mangiano nello stesso piatto e guardano dalle stesse finestre. Non c’è nulla di lineare nella mia vita e quando lo diventa si ribella e vola via.
Siamo come bambini che giocano con il pallone attaccato a un filo sottile , ognuno con il proprio coloratissimo gioco fatto di nulla, colori cangianti sotto il sole gonfi di elio e fantasia.
Ognuno è innamorato del suo gioco e cerca di mantenere un proprio spazio correndo nel campo incoscientemente, folli bambini che se cadono non si fanno male oppure piangono per nulla, e litigano per ancora meno.
E poi via!!!
Tutti i palloni per aria
Chi piange, chi ride, chi corre, chi cade e non si rialza più, chi torna indietro e sbaglia gonna, chi va avanti e non tornerà più.

Why've you gone away
Gone away again
I'll sleep through the rest of my days
If you've gone away again
I sleep through the rest of my days
And I sleep through the rest of my days
And I sleep through the rest of my days


E il pallone esplode ma non si vede e non fa male e crediamo che prima o poi scenderà, si stancherà.
Questo si che è un ragionamento lineare…
Niente è lineare se non lo dice Ma’ e Pa’ e il tutto non sembra nemmeno tanto speciale.
Di che cosa è fatta la vita?
Di su e giù, di venti forti e brezze sottili, di aria che ti ammala e aria che ti accarezza.
Instabilità routinaria forse rende un po’ il senso della mia.
Stupidamente cerco cose nuove che diventano routine e voglio sfuggirle.
Croce e delizia, senza concludere nulla e forse ho fatto molte cose e non me ne sono accorto; in realtà ogni cosa passa e diventa inutile, senza quella nuova.
Siamo tanti, troppi, pochi quelli con cui vogliamo stare e la lontananza è pure un bene.
Come una piccola farfalla selvaggia nel vento, con il cuore da leone e il corpo fragile.
Nel vento vola forte più forte che può, come per prendere la vita che non riesce a vedere.
Di che cosa è fatta la vita?
Come si guarda?
Che forma ha?
Vola forte, fortissimo, fino allo stremo delle forze, delicato suicidio, con gli occhi impenetrabili.
Vola forte, fortissimo, fino allo stremo.
Perché sente di andare


And I miss your precious heart
And miss, and miss, and miss
And miss, and miss, and miss, and miss, and miss your heart
But release your precious heart
To its feast, for precious hearts


Poi rimane un guscio vuoto
Senza respiro
Senza vita
Senza quello che cercava
E nessuno sa se l’ha trovato

Spero di si

E a Ma’ e a Pa’ non lo dirò mai che angolo guardavo quando sembravo solo distratto, che mi sentivo bene nel giardino, che avevo il sangue tra le mani, che faceva male ma era un dolore solo mio, come una gioia che gli altri possono solo deridere, che guardavo la TV e sentivo la morte, che ero troppo piccolo per questo e lo sapevo bene, e non mi rendevo conto di come il tempo scherzava con me ed è solo un concetto relativo.
E che sono volato via tanto tempo fa

Di che cosa è fatta la vita? …bo!

sabato 18 agosto 2007

Black album

Tra il dire e il fare


Tra il dire e il fare ci sono io che farnetico parole crociate, crociate di parole che lottano per un dio a tempo determinato, gente confusa che parla a vanvera, stralci di sogni interrotti, segmenti di vita perduti, ricordi da non ricordare, pensieri che vengono schiacciati dal passato e dal futuro e rimangono senza presente, occhi che supplicano bugie perché sanno di mentire, ma lo chiedono nel modo più sincero che conoscono, gente che lavora per divertirsi, gente che ha come lavoro il divertimento altrui, persone in bocca ad altre persone, che fanno, dicono, e mostrano cose solo per il piacere di altre bocche, menefreghisti senza bussola, emigranti dell’anima sempre pronti a partire, inguaribili romantici col polso duro e il letto morbido, una nuova vita, una nuova città, una nuova storia vecchia e risaputa, e poi ci sei tu, che non so nemmeno chi sei, se ci sei e forse non sei nemmeno tu.

mercoledì 15 agosto 2007

White album

martedì 7 agosto 2007

Invisibile

Vado in un bellissimo posto che è solo mio
Vado in un bellissimo posto dove nessuno mi vede
Dove nessuno mi può trovare
Dove nessuno sa cosa si dice
Dove le parole sono come il silenzio
E il silenzio dice tutto
Vado in un bellissimo posto
Che è come un inferno
Dove posso bruciare in pace e sentirmi in paradiso
Ed è strettissimo
Giusto lo spazio di una posizione fetale
Dove tutto ricomincia e finisce
Vado e il mio sorriso è altrove
Con gli occhi chiusi vedo tutto e sono ormai invisibile
Vado dove non posso raccontare di essere stato
Dove non posso chiamare nessuno perché nessuno mi sente
Vado in un bellissimo posto fatto di nulla, dove c’è tutto quello che ho bisogno
Vado in un bellissimo dove
Senza un perché
Senza un quando
Senza un chi o un cosa
Senza domande
Senza spiegazioni
Senza parole
Vado in un bellissimo posto ed è solo mio
È solo mio

lunedì 6 agosto 2007

Sospesi per un attimo


È solo un trucco
Un’illusione
Niente di vero, soltanto molto verosimile
Sappiamo che non può essere vero, ma continuiamo a guardare, a cercare di capire qual è il limite, il confine. Dove finisce la realtà e comincia la fantasia e la suggestione.
Un trucco, ben fatto però.
Un attimo di sospensione, dove possiamo galleggiare un po’…
Come è capitato ieri
La gente intorno a me e io tra di loro
E mentre si facevano leggere le mani al buio ci siamo sentiti tutti bene, perché non sapevamo con chi ci stavamo confrontando, e con chi abbiamo parlato…
“ Io non ci credo ” continuavo a dire.
“ Io non ci credo ” ma continuavo a leggere.
È solo una questione di trucchi nella vita
Ognuno ha i suoi
Ed io che non sono niente di speciale mi diverto a regalare quello che non ho

domenica 5 agosto 2007

Nero su bianco


Nero, nero corvino, nero lucido, nero sotto l’oro biondo e decadente, nero onice come occhi che superano il tempo, e la bellezza è qualcosa che si fa osservare e non vuole commenti, nero buio, nero notte e silenzio siderale, nero tepore degli amanti, nero silenzio di vite finite, nero mormorio di pneumatici anonimi, nero asfalto, che si allarga a dismisura e non ha strisce bianche, bianco vernice, bianco pareti sotto il sole, bianco luce del mattino, bianco puro e incorruttibile, bianco foglio da scarabocchiare, da metterci parole e idee, bianco come fosse nuovo, bianco come fosse per sempre, bianco stringa di tessuto, bianco pace, come un volo di colomba su siepi di biancospino, bianco fior di rovo, bianco fior di campo, bianco senza tempo, bianco neve senza scuola, bianco sorriso dei bambini, bianco.

My people were fair and had sky in their hair…but now they’re content to wear stars on their brows


sgt. Pepper lonely hearts club band _ canzoni preghiere danze del 2° millennio sezione europa _
non al denaro, non all'amore, ne al cielo _ ognuno fa quello che gli pare? _ the lamb lies down on broadway _ d'amore di morte e di altre sciocchezze _ …and the circus leave town _ the piper at the gate of dawn _ the dark side of the moon _ a night at the opera _ a day at the races _ fables of the reconstruction _ ma cosa vuoi che sia una canzone _ non siamo mica gli americani _ experimental jet set, trash and no stars _ the wild, the innocent & the e street shuffle _ prophets, seers & sages the angels of the ages _ my people were fair and had sky in their hair…but now they’re content to wear stars on their brows

sabato 4 agosto 2007

Belle parole


Belle parole inutili
Che non servono più
Belle parole, parole su parole, intorno alla vita e fuori dalla realtà
Le parole sono arte e futilità
Significante spesso senza significato
Fottetevi belle parole, parole…
Parole vita natural durante
Belle se ne sento la mancanza
Parole alla fine di un viaggio
A cui penseranno i posteri a dare significato
C’è chi scrive la vita e chi la vive e basta
C’è chi legge libri e chi interpreta i segni
Chi resta muto ma non è mai stato sordo
Ed io, parlo , perché costretto da uno stimolo primordiale
E invento
E se non parlo scrivo, e le parole sciolgono i tasti, fondono penne e bruciano fogli, fogli su fogli…
E poi come un mancamento
Come un attimo che se ne va mentre le mie parole inutili rendono fotografie, che rubano al tempo i volti dei passeggeri.

domenica 29 luglio 2007

I me mine










All through the day I me mine, I me mine, I me mine।
All through the night I me mine, I me mine, I me mine.
Now they're frightened of leaving it
Everyone's weaving it,
Coming on strong all the time,
All through the day I me mine.

I-me-me mine, I-me-me mine,
I-me-me mine, I-me-me mine.

All I can hear I me mine, I me mine, I me mine.
Even those tears I me mine, I me mine, I me mine.
No one's frightened of playing it
Everyone's saying it,
Flowing more freely than wine,
All through the day I me mine.

I-me-me mine, I-me-me mine,
I-me-me mine, I-me-me mine.
All I can hear I me mine, I me mine, I me mine.
Even those tears I me mine, I me mine, I me mine.
No-one's frightened of playing it
Everyone's saying it,
Flowing more freely than wine,
All through your life I me mine.

I me mine
( Beatles / let it be 1970 )



Stiamo tutti qui l’uno contro l’altro
Tutti rivolti a cosa fa chi
Chi è chi
E tutti a dire che era più giusto fare così…
Aspettiamo belle sorprese dagli altri che non arrivano quasi mai
Non ci aspettiamo nulla e qualcosa ci rianima e ci illude un po’
Stiamo tutti qui
L’uno di fronte all’altro
Io me stesso e il mio mondo
Quello che avete di me e quello che io non ho di voi
L’uno di fronte all’altro
Tutti a giudicarci
Tutti a voltarci le spalle
In un ballo che ti toglie il fiato e ti fa splendere gli occhi quando sono vicini alla fine, che guardano come l’inizio
Io me stesso e un regno
Un regno e i suoi padroni
Ieri ne ho visto uno
Ho visto il re del mondo
Il suo regno era un campo di grano
Era come uno spaventa passeri vivente col cuore di un bambino
70anni sotto il sole torrido, sotto lune magiche o sul ciglio di pozzanghere sotto la pioggia
Senza servi e amico di tutti
Nessun amico e nessun amante
Giocava col sole e un bastone
Sorrideva come il campo di grano e mi urlava la sua libertà
Io me stesso e il mondo, ancora una volta e ancora e ancora…
Il mondo sempre più schiacciante, prepotente e meraviglioso
Me stesso sempre più folle, che si libera dalle cose come un’anguilla viscida
Che ha tutto e non ha nulla
Io, che cambio idee continuamente e mi brucio una vita


Come è complicato essere semplici…

mercoledì 18 luglio 2007

Money



















Money
Get away
You get a good job with good pay and you're okay
Money
It's a gas
Grab that cash with both hands and make a stash
New car, caviar, four star daydream
Think I'll buy me a football team

Money
Well, get back
I'm all right Jack
Keep your hands off of my stack
Money
It's a hit
Don't give me that do goody good bullshit
I'm in the high-fidelity first class travelling set
I think I need a Lear jet

Money
It's a crime
Share it fairly
But don't take a slice of my pie
Money
So they say
Is the root of all evil today
But if you ask for a raise
It's no surprise that they're giving none away

"HuHuh! I was in the right!"
"Yes, absolutely in the right!"
"I certainly was in the right!"
"You was definitely in the right. That geezer was cruising for a bruising!"
"Yeah!"
"Why does anyone do anything?"
"I don't know, I was really drunk at the time!"
"I was just telling him, he couldn't get into number 2. He was asking why he wasn't coming up on freely, after I was yelling and screaming and telling him why he wasn't coming up on freely. It came as a heavy blow, but we sorted the matter out"


( Pink Floyd / Dark side of the moon 1973 )


Avanti e indietro
Dare e ricevere
Scambi quotidiani
Pagamenti regolari e ingiusti
Italiani, popolo di poeti, marinai ed evasori
“ È giusto! Dobbiamo pagare le tasse, altrimenti il sistema Italia non andrà mai per il verso giusto! ”
E subito dopo il sentimento evasore torna alla ribalta.
RIFORMA
CONTRORIFORMA
E CONTRO CONTRORIFORMA
( c’è sempre un metodo…)
Pane al pane e vino al vino
Tutti con la moglie ubriaca e le botti piene
Pane amore e fantasia!
Tanta fantasia!
Ci fottiamo a vicenda e pensiamo che è colpa di questo e di quello.
Andiamo avanti!
Avanti!
“Chi si ferma è perduto!” …e infatti poi lo fermarono…
Quanti soldi…
Ma non sono mai nostri
Poi ho pensato
Avevo una matassa
Ne ho fatto un bel gomitolo colorato, mi sono compiaciuto e un senso di vuoto mi ha assalito.
Ho cominciato a sfilacciare tutto
È vero che la felicità non è quel che si ha, e soprattutto i soldi non fanno la felicità ( senza bigottismo )
L’importante è dare il giusto valore alle cose, il che non è sempre facile ( ecco perché mi perdo…)
Maledetto surrealismo!
I soldi se non li hai ne senti il peso, ma ci vuole molto cervello per goderseli.
Le idee sono la vera ricchezza, non hanno prezzo, sono la base dei miei sogni e l’orizzonte che mi guida lungo i tramonti e le albe.
Lo so. Ne sono certo. Starò sempre lì ad inseguire queste linee che si colorano in lontananza.
Muoio un po’ di più se mi fermo.
Adesso vado a caccia di filosofi, santoni e superuomini per ammazzarli a colpi di niente.
A colpi di vuoti inspiegabili. A colpi di sorrisi semplici. Brucio tutto quello che c’è sulla strada.
Rimarrà solo oro, perché non si fonde con il resto.

Lazing on a Sunday afternoon

I go out to work on monday morning
Tuesday I go off to honeymoon
Ill be back again before its time for sunnydown
Ill be lazing on a sunday afternoon
Bicycling on every wednesday evening
Thursday I go waltzing to the zoo
I come from london town
I’m just an ordinary guy
Fridays I go painting in the louvre
I’m bound to be proposing on a saturday night
There he goes again
Ill be lazing on a sunday lazing on a sunday
Lazing on a sunday afternoon

( Queen / A night at the opera 1975 )

L’estate si porta via la primavera
Il calore mi sfinisce, ma non è quello…
Le strade sono vuote
Il bar mi fa compagnia un po’
Poi passano giuria giudice e giustiziere
La giustizia non è potuta venire, aveva una brutta allergia respiratoria
Il ghiaccio gira nel bicchiere
Suona il vetro vuoto
Canta la gola asciutta
Fischia un desiderio
Luglio mi sta passando un po’ noioso
Lo stress si fa sentire, credo…
Mi pizzica l’orecchio mentre l’occhio si distrae
Come si fa a sciupare questa felicità?
Come si fa a confondere se stessi con gli altri?
Meglio alzarsi
Mi faccio capire anche senza parole
Anzi, non ho bisogno di spiegare nulla
Come si fa poi a spiegare a chi fa domande diverse dalle tue risposte?

L’estate si porta via un po’ di cose
________un po’ di me,
__________________ un po’ di te,
___________________________________un po’ degli altri…

In autunno ci siederemo tranquilli aspettando la deriva e le sue magiche chincaglierie
Gusci vuoti e pietre lisce e luccicanti
Bellezze d’altri luoghi e brezze piene di sapori
Quiete plumbea e volti più amabili
Ciò che l’estate non può capire
Ciò che l’estate non sa e l’autunno restituisce

domenica 8 luglio 2007

Daydream nation ( Buongiorno rock & roll )

Domenica mattina 8 Luglio 2007, ore 5.45
Appena di ritorno a casa dal concerto dei Sonic Youth di Ostia Antica.
Ieri pensavo “ questa gioventù sonica ha più di 50anni, e non sembra stanca di suonare, di mettere in scena il proprio inferno, al suono di feedback e rumori, diavoli elettrici che graffiano l’anima con distorsioni inpossibili, e bambini con le ali che cercano il volo intrappolati in corpi invecchiati male, saltano e volteggiano al ritmo di tamburi impazziti ...”

“ tutto questo è magnifico ma per un attimo sembra non avere senso ”

Buongiorno al rock & roll
Con caffé e sigaretta per colazione
Tutto questo è magnifico e trova il senso nella scossa che mi da
Perché anch’io sono un suono
Un’ onda
Sono ritmo
Sono rock & roll
La musica non è fine a se stessa
Adesso ha un senso
Daydream Nation
Sogno ad occhi aperti
E mi sento bene
Soprappensiero
E non è per niente male
I nostri mondi surreali si intrecciano e creano la realtà
Buongiorno rock & roll
Adesso ha un senso

venerdì 6 luglio 2007

L’angolo morto


Le nostre vite in parallelo
Scegliamo o forse ci illudiamo di scegliere
Le cose accadono perché devono accadere
Senza fatalismi
Alcuni treni passano veloci
Altri non arrivano mai
Altri li perdiamo di vista
Ci superano in un attimo
Li sentiamo arrivare
Ci voltiamo ma non vediamo nulla
E sono già avanti a noi
Colpa dell’angolo morto
Nel momento esatto del sorpasso guardiamo nella direzione opposta
KO
OKKO
KOOK
OK

L’amore è un tarlo


L’amore è un tarlo e noi siamo il legno
Non ce ne accorgiamo
Lui comincia a lavorare con la nostra materia
La nostra essenza
E ci sentiamo strani
Anche più leggeri
In realtà ci toglie pure la linfa vitale
Genera vuoto
Viviamo d’aria
Confondiamo il vuoto con lo star bene
Si, è bello sentirsi così leggeri
Ma il tarlo purtroppo non conosce le parole per sempre
E se ne va
E ci lascia lì a morire
Ormai veramente svuotati di tutto
E leggeri cadiamo in un tonfo di polvere
Polvere dorata
La nostra materia senza volontà e forza
Il tempo passa
E rimane argento come cenere

Ti amo ti amo ti amo
Mi consumi mi consumo
Ti amo ti amo ti amo e mi sento di vivere
Ti amo ti amo ti amo e mi sento il vuoto che mi risucchia in una vertigine ineluttabile
Ti amo ti amo ti amo e mi sento di morire
Vertigine
Uno sbuffo di polvere
Immagino il tonfo ma non sento nulla


E caddi come corpo morto cade
( Dante Alighieri )

mercoledì 4 luglio 2007

Niente da capire




Le stelle sono tante, milioni di milioni,
la luce dei lampioni si confonde con la strada lucida.
Seduto o non seduto, faccio sempre la mia parte,
con l'anima in riserva e il cuore che non parte.
Però Giovanna io me la ricordo ma è un ricordo che vale dieci lire.
E non c'è niente da capire.
Mia moglie ha molti uomini,
ognuno è una scommessa perduta ogni mattina nello specchio del caffè.
Io amo le sue rughe ma lei non lo capisce,
ha un cuore da fornaio e forse mi tradisce,
però Giovanna è stata la migliore,
faceva dei giochetti da impazzire.
E non c'è niente da capire.
Se tu fossi di ghiaccio ed io fossi di neve,
che freddo amore mio, pensaci bene a far l'amore.
È giusto quel che dici ma i tuoi calci fanno male,
io non ti invidio niente,
non ho niente di speciale.
Ma se i tuoi occhi fossero ciliege io non ci troverei niente da dire.
E non c'è niente da capire.
È troppo tempo amore che noi giochiamo a scacchi,
mi dicono che stai vincendo e ridono
da matti, ma io non lo sapevo che era una partita,
posso dartela vinta e tenermi la mia vita.
Però se un giorno tornerai da queste parti,
riportami i miei occhi e il tuo fucile.
E non c'è niente da capire


( Francesco De Gregori / 1974 )



A volte linee delle nostre vite si incrociano e si accompagnano per segmenti più o meno brevi o lunghi, ed è tutto lì.
Come mi dico sempre…
Come mi dico sempre, non affezionarsi all’idea che ci facciamo delle cose e delle persone, o per lo meno non esagerare nel dare valori impropri e sproporzionati per poi preparare la strada alle delusioni.
Anche se a volte è bene avvicinarci alle fiamme per non dimenticare che si può bruciare.
Intanto io non so bene dove andare ma so bene come arrivarci e il mondo fugge lampi di vita sotto forma di voci, volti, dialoghi, piccoli teatrini ambulanti, eventi, quotidianità,
il tutto come in un misto di folklore,
urbanismo ( proiezione di vita urbana e suburbana ) e tecnologia.
Mentre lavoro penso e i miei pensieri vengono interrotti dalle richieste esterne.
Mentre qualcun altro lavora c’è qualcuno che interrompe i suoi pensieri.
Mentre
Mentre qualsiasi cosa
Qualsiasi cosa sia
Mentre è la parola
Tutto si incrocia
Mentre…
Ecco l’immagine!
Tu stai lì a fare il tuo dovere, quello che la tua posizione di quel momento ti impone di fare, o anche solo i fatti tuoi….pensi, sei concentrato e ti distrai dal resto. Poi senti e vedi qualcuno.
Il resto ti distrae da te.
Un botta e risposta senza clamori.
Si
Va bene
Grazie
Ciao
( spesso con meno parole…)
Ecco l’immagine!
Segue una scia di colore , un fotogramma mosso e sfocato, suono di violini sfumanti, con la voce bassa, grave, intensa, incisiva e fuggente…
Un tiro alla sigaretta.
Come in un attimo infinitamente romantico e inutile.
E poi un chi se ne frega pieno di libertà sale col fumo.
E adesso mi fermo.
Esprimere i pensieri con le parole in questi casi anticipa errori e illusioni.
Mi ricorda il sogno del mio amico GUS.
Pensieri interrotti
Silenzio formale
Chi l’ha detto che bisogna trovare la morale nelle favole.
Io i libri li leggo sempre un po’ al contrario e il tuo inizio è la mia fine.
Pensieri interrotti
Raccolgo quattro idee in un pugno e le lancio lontano
1 2 3 4
1 2 3 4
1 2 3 4
1 2 3
1 2
1
?

sabato 30 giugno 2007

21:20

Il giorno se ne va liscio. Abbiamo festeggiato attese, soddisfazione e promesse per il futuro; intravisto aloni di incomprensioni un po’ lontano, nascoste implicitamente sotto sopracciglia stanche e insonni. Il giorno se ne va liscio.
Io vado via.
Torno a casa.
Prendo la metropolitana che sa di frigo rotto, sporco e affollato di cose inutili. Prendo la metropolitana e torno in stazione. Salgo sul mio pullman scomodo che non ha indicazioni sulla tabella, allora chiedo dove porta. Mi siedo in fondo e chiedo di nuovo.
Un ragazzo mi guarda stupito però mi conferma la destinazione. Non sembra sicuro, non della risposta che da, anche se giusta, più che altro di se.
Ha lo sguardo di un piccolo animale, come una faina, un po’ spaventato e in ansia per qualcosa. Come se lo avessi beccato nella tana, lì, in fondo al pullman. Poi noto un certo disordine sui sedili tra me e lui; sigarette e altre cose, non ricordo di aver focalizzato bene ma qualcosa non va.
Non va per nulla.
Il ragazzo cerca di farsi un buco al braccio sinistro, ma ancora non ci credo. Osservo bene ed è così.
Lui però è infastidito o per lo meno sembra avere vergogna; anzi, si preoccupa della mia vergogna penso, del mio giudizio o reazione.
Lui ha paura e io cerco di non averla.
Penso di non essermi detto stai attento o di essere entrato in panico. Ho pensato “ si farà la sua dose e poi si tranquillizzerà …non gli conviene far casini”
Ho pensato pure “ e se punta la siringa infetta?...impossibile… ci sono almeno trenta passeggeri e penso che abbia più timore lui di essere scoperto, e poi sono pronto…se si muove lo respingo a dovere, ma non si muoverà; se poi prova a seguirmi?
Sono calmo, strano, non ho paura, penso solo ai suoi possibili movimenti.
Strano non aver paura ma è così. Sento solo un grande senso di sdegno, sono infastidito e mi fa pena vederlo lì a un metro da me a farsi un buco.
Cerca di nascondersi come un bambino…ma l’innocenza non sembra esser salita con noi.
Poi passa avanti di un posto e continua il suo lavoro.
Forse non riesce a prendere la vena. La mano destra trema e spinge, e fa male pure a me. Sento appena la siringa che mi punge sul braccio.
Il silenzio della scena è protetto dal mormorio dei passeggeri…ignari.
Il pullman parte ma fa subito una fermata prendendo altre persone. Si avvicina un signore sulla cinquantina, vestito come un impiegato della compagnia di trasporti. Giacca e cravatta blu, camicia bianca con strisce sul celeste e fronte asciutta. Si sfila la giacca sicuro di sedersi ma ci ripensa.
È sbigottito dalla scena. Fa subito a girarsi e trovare un posto davanti a me, sul lato destro senza dare nell’occhio, per non destare reazioni nel ragazzo seduto subito a sinistra.
Mi guarda fisso come a dirmi “ Hai visto? ”
“ Guarda! Guarda cosa sta facendo! Che faccio? Che facciamo? Non dici nulla!? Ma non vedi!? ”
Io gli rispondo con uno sguardo un po’ indifferente.
Ho pensato già a tutto, ho pensato pure troppo, sono tranquillo, e passato pure lo stupore, lo sdegno no.
Mi guarda tremante, come a dirmi “ ma che succede? È come avere mio figlio a fianco e vederlo iniettarsi merda nelle vene! Io ho una vita tranquilla. Voglio tornare a casa dalla mia famiglia.
Ho paura.
Il mio sguardo indifferente gli dice un po’ che non succede nulla, coglione! Stai zitto e siediti. Stai tranquillo. Non agitarti e non mi guardare. Che vuoi da me? Non posso farci nulla, e meno facciamo meglio è per noi, per tutti. Non guardare deficiente. Siediti…
Pure a me dispiace la cosa ma non credo di avere la possibilità di fare altro. E non mi sento in colpa per questo. Con tutti i buoni principi che posso avere, non credo che adesso si possa fare molto.
È un drogato che si fa un buco sul pullman.
Anzi è un ragazzo disperato con una siringa in mano.
Mi fa schifo e non lo accetto, ma rimango per i fatti miei. Lui ha più problemi di me penso, e io non ne voglio altri. Non faccio l’assistente sociale, né l’eroe, e non ho sensi di colpa.
Il signore si siede preoccupato ma controlla il corpo con un certo rigore. Ogni tanto guarda, si volta sulla sinistra, poi guarda solo avanti.
Ogni tanto guardo pure io e il ragazzo sembra faccia lo stesso verso di me.
Osservo il suo braccio destro pieno di buchi, di strisce in rilievo come tagli, rosso sangue coagulato, come se avesse ancora gli aghi sotto pelle.
La scena fa rabbia e senso.
Andiamo avanti sull’autostrada, il sole illumina ancora ma il tramonto è vicino. Guardo dal finestrino le case, il verde ingiallito dei campi, l’azzurro che da sul grigio dell’orizzonte, all’improvviso un cimitero di macchine abusivo, ruggine e solitudine; escono dall’erba come teschi vuoti e senza idee, senza più ricordi, senza piloti e meccanici, si lasciano andare, verso la distruzione…come lui, proprio come lui…
Sono stanco e volevo riposarmi un po’ lungo il viaggio, avevo messo pure la sveglia sul cellulare, ma non mi sembra più il caso.
Devo stare sveglio e attento, non si sa mai…vinco il sonno e osservo. Un tizio al mio fianco sta usando un computer portatile, sembra non essersi accorto di nulla, oppure ha visto ma come è logico fa finta di niente.
Mi annoio.
Non ho nulla ne da leggere ne da ascoltare, si è fatto buio e la stanchezza si fa sentire.
Decido di dormire un po’.
Riapro gli occhi quando ormai siamo arrivati in città.
La mia fermata è la penultima, a tre minuti dal capolinea. Forse sono entrato un po’ in paranoia. Decido di alzarmi alla fine per non sostare in piedi nel corridoio, e soprattutto per non dare le spalle al ragazzo. In fondo meglio essere un po’ prudenti…
Scendo.
Attraverso la strada e mi accendo una sigaretta.
Il bus entra in curva ed io da sotto i portici do un’occhiata al ragazzo. Forse è in pieno sballo.
Proseguo. In città non si vede molta gente.
Mi avvicino alla macchina. Suona la sveglia sul mio telefonino.
Sono le 21:20
Ho fame e sonno.
Domani è un altro giorno.
Per tutti.

lunedì 25 giugno 2007

Mi dimentico

Mi dimentico di quello che non ha importanza

( memoria intelligente )

Mi dimentico di dare importanza a molte cose

( stupida balordaggine )

Mi dimentico di mettere ordine in camera e nei miei pensieri, perché la mia camera, lo so, è una piccola proiezione della mia mente; è in ordine? Le cose hanno un senso sopra la superfice.
È in subbuglio? Tutto ha senso ma è come magma che si rimescola sotto il vulcano; sa cosa fare ma non può farlo. È irrequieto, si muove e non trova soddisfazione, non ha senso stare dentro.
Poi esplode
Distrugge
Brucia
Rende fertilità
Il futuro ha bisogno di sacrificare il passato a volte….

Dissi : “ se un giorno andassi via cominciando a vivere come non faccio? Spesso cerco di farlo, ma se ci riuscissi per un periodo di tempo più lungo?
Cosa ne verrebbe fuori?
La vita di un altro? Una vita parallela?
Forse nulla di ciò
Confermo…avrei preso in giro qualcuno ma soprattutto me stesso per un po’...il che non per forza è sbagliato.

Mi dimentico del tuo volto
Delle tue piccole rughe
Mi dimentico della tua compagnia
Degli amici
Di aver bisogno di qualcosa o qualcuno
Mi dimentico ed è bello
Mi dimentico e trovo molto sensate le cose nuove
Novità
Stupore
Aria decisa e soddisfatta

Mi dimentico che fra poco devo uscire
Mi dimentico di scrivere sul mio blog
Di parlare col mio blog
Anzi di lasciarlo parlare
Lui butta sassi nel mare e spero non gli si pari mai contro qualche sub alla deriva
Come dice Vinicio ( Capossela ), è bello andare a fondo, ma per andare a fondo si deve per forza di cose sprofondare.

Mi dimentico di soffrire
E per distrazione m’innamoro o giù di lì
Qualcuno si innamora di me ma non è la stessa persona
In fondo nessuno voleva innamorarsi
Per distrazione si dice di no o di si
Mi dimentico pure di rispondere e ce l’hanno con me
In fondo io, aspettavo qualche risposta…non volevo restare zitto
Ma poi mi sono dimenticato cosa aspettare
E non aspetto più
Spero di non ricordarmelo

domenica 10 giugno 2007

Come ai vecchi tempi ( dedicato a Noix )

Il punto di partenza forse ce lo siamo dimenticato…
L’obbiettivo non è mai troppo chiaro.
Come diceva De Andrè “ l’unica ragione del viaggio…viaggiare ”
Oppure, un po’ egoisticamente, partiamo da noi stessi per arrivare a noi stessi.
Nel mezzo l’esperienza
Nel mezzo c’è la virtù
Nel mezzo la ragione d’essere
Nel mezzo tra le tante cose c’è l’amicizia, quella vera
Alcune si perdono lungo la strada
A volte fa male
A volte di meno
…………………
Solito locale
Quello storico
Che ti senti a casa
Che si sta bene così
Parliamo del futuro con gli occhi del presente
Il passato è bello e non fa male
E se fa male non ci rende tristi
I Velvet Underground suonano a tutto volume
La mente, il cuore, la voce sono come devono essere
Strada del ritorno
Deviazione per il solito angolo nascosto dal buio, lontano dal mondo ma molto più vicino a noi e i nostri sogni
Sdraiati sull’asfalto il nostro cielo è lì
Il nostro angolo di libertà, l’orizzonte sempre benevolo e inquieto.
Come ai vecchi tempi ma senza le stelle

lunedì 4 giugno 2007

Piccolo piacere segreto

Uno dei miei film preferiti è “ Il favoloso mondo di Amelie ”.
Ricordo soprattutto le scene dove lei guarda, accarezza, tocca, sente le cose, oggetti o situazioni…ecco, il mio mondo è anche un po’ così; fatto di particolari nascosti, piccoli piaceri e piccoli dolori che non si possono spiegare.
Uno incredibilmente stupido e normale ma che per me assume valore differente è il momento in cui qualcuno scrive qualcosa.
Un gesto che si ripete chissà quante volte nel quotidiano, che vedo fare ma che ogni volta mi fa sentire piacevolmente in attesa di qualcosa, che non so cos’è e che spesso non vale più dell’attesa.
È quasi da psico-analisi, e qualcuno me lo sa pure spiegare forse, ma tanto non cambia molto.Resto lì a guardare, attento, sospeso, aspetto…seguo con lo sguardo e penso altrove..
Forse non importa tanto cosa viene scritto ma come; cioè all’inizio mi attira il motivo, lo scopo, il tema e sono curioso di sapere, poi diviene secondario…capisco che in quel momento qualcosa viene fissato su un foglio, un registro, un modulo e muoio dalla voglia di vedere cosa c’è scritto e con quale scrittura…
Le ricette dei medici, i documenti da firmare, i moduli, le ricevute di ritorno delle lettere…
Che a volte tornano e sono quasi mute, altre non tornano più e cerchi qualcosa da leggere che ti dia una certificazione di cose reali che sembrano non volere entrare in testa.
I romanzi sono tutti stampati e sono chiusi in contenitori freddi.
Le calligrafie, le sbavature, la ruggine delle spille, schizzi appena abbozzati, macchie d’acqua su inchiostri malinconici che sembrano foto di lacrime senza occhi, carte ingiallite con dignità, cose che credevi perse sono ancora lì, nascoste, ma sono ancora vive.
E io lungo un brivido di piacere cerco e non so cosa cercare, osservo ma vedo altro, vado e forse non mi muovo affatto.

domenica 27 maggio 2007

Faccia da diavolo


Ancora oggi il controllo è lontano
Il mio controllo
Penso ai giorni in cui l’istinto era una dominante
E le mia follia era più libera e mi faceva ridere
Ancora faccio ridere e forse più di prima
Ancora oggi il sorriso si trasforma all’improvviso in uno sguardo nel vuoto
In una macchina fotografica
In due gocce di cristallo
Penso che ci sia più staticità
Penso ad una cosa che scrissi a Firenze

“ Stamattina ho faccia da diavolo ma non voglio ammazzare nessuno
Mi trovi con lo sguardo perso ma non mi sento dannato in questo tempo-momento
Mi ritrovo a sorridere
E spesso ridi se ti so solleticare l’animo
Questa dipendenza tra le cose
Buone così al naturale
Ma l’espressione a volte schizza via da sola e non c’è relazione col reale
Non è il mio sentire
È solo la maschera dell’impressione ”

Ipotesi

Penso di andare via da qui, senza fuggire ne da me ne da nulla, ma solo per trovare qualcos’altro

Svolgimento

Lo dico e me lo ripeto
Mi ripeto un sacco di cose
Ci credo
Non m’illudo

Tesi

Per quanto le strade intraprese siano differenti arriviamo nello stesso punto
Ci incontreremo, con sorpresa, contemporaneamente
Faccia a faccia
Angeli e diavoli

Rispondere alla tesi

…prendendo la strada con coraggio, incoscienza, e non fermarsi
Prendendo la strada per quello che è
Prendendo qualsiasi sentiero ci ispiri


Angelo...diavolo…non so
Vorrei me lo dicessero
Dimmi
Dimmi che forma ha la mia anima
In quale volto posso specchiarmi senza paure
Dimmelo ...che ne so...
Con un bacio

domenica 6 maggio 2007

Questo Pazzo Pazzo Mondo Di Tasse




un mondo di tasse
scorre via
sognavo diversa
l'anima mia

questa pazza cifra qua
non è mia
la sostanza si vendica
sulla poesia

un mondo di tasse
scorre via
poga e paga
anima mia

questa pazza cifra qua
non è mia
la sostanza si vendica
sulla poesia

poga e paga
poga e paga
poga e paga
poga e paga


( afterhours / hai paura del buio 1996 )



prendi un’uomo e pesalo con l’oro
per la sua forza
per il suo status
per il suo saper essere un amante passionale e che ogni tanto si ricorda dei diamanti, dei viaggi e dei compleanni, e che non ti fa pesare il tradimento

prendi una donna
la sua onestà
la sua predisposizione a concedersi
che chiude gli occhi al momento giusto, e che poi ti sa chiedere il conto

prendi un amico
che non ti chiede mai troppo
che non sa che dare ma lo fa
prendi la sua inguaribile solitudine
ma non prenderlo mai sul serio
vero o falso che sia
sbaglierai comunque

e intanto i conti non tornano, ma sono puntuali,
anzi in anticipo e ingrassati bene bene
pesanti
e non aspettano
e ti ricordano il valore delle cose e il metro della realtà
la loro realtà trasversale alla tua

poga e paga

e stai zitto

poga e paga

e vai dritto

oppure evadi
ma senza un vero senso di evasione
e chiamala libertà

sabato 5 maggio 2007

Quando scrivo


La vita per me è comunicazione
La vita è arte
La vita è esprimersi
La vita è lasciare un segno, un proprio segno, personale, la propria impronta di passaggio che si spera rimanga abbastanza sulla sabbia prima che la deriva passi e cancelli.
Ecco il mio bisogno più importante. Esprimermi veramente, vivere e lasciare , se posso, qualcosa di buono agli altri o a qualcuno.
Questo è amore
Quando uno non comunica più non ama
Quando due non comunicano più non si amano
Quando non si comunica più non può passare amore
Quando scrivo penso davvero di avere un senso particolare.
Qualcosa di leggermente soprannaturale, qualcosa che anticipa l’esito delle cose nel tempo, inconsciamente.
E mi stupisco sempre.
E non so mai se ho copiato qualcosa, se c’è chi scrive con le mie mani e mi suggerisce, o se la vita non ha idee e mi frega le mie….improbabile.
Ma non sono né un veggente né uno stregone. C’è, credo, un piccolo flusso che non so come chiamare ma che si fa sentire bene. Si esprime. Mi chiama e mi fa trascendere le cose.
Che ci si creda o no, è così ed è una sensazione bella e anche un po’ preoccupante.
Ma la vita, senza un po’ di mistero, è noiosa.